JESI – «Abbiamo riconosciuto l’errore che era stato commesso dal nostro giocatore. Ma abbiamo ricostruito quanto accaduto e anche fatto presente il contesto in cui era maturato e che tipo di persona sia Kevin». Così Simone Petrini, vice presidente leoncello, spiega alla vigilia di Jesina- Sammaurese come in settimana sia potuta arrivare da Roma la riduzione a sole due giornate della squalifica di quattro che era stata decretata dal giudice sportivo all’attaccante Kevin Trudo. Il giocatore, autore di sette reti sin qui in campionato, domani non potrà ancora essere in campo e inciterà i compagni dalla curva. Ma rientrerà dal prossimo 5 marzo (Jesina Castelfidardo).
La Jesina domani al Carotti è obbligata a riprendere la marcia. I leoncelli vengono da tre sconfitte consecutive, da un solo punto nelle ultime quattro gare e, scivolati nell’ultima piazza prima dei playout (che sono a 4 punti), non possono rinviare il ritorno alla vittoria. Non sarà facile: la Sammaurese, salita in zona playoff, è in salute e mister Yuri Bugari fa i conti con assenze di peso come quelle degli squalificati Trudo e Cameruccio e dell’infortunato difensore Labriola. Per Trudo, colpito dopo l’espulsione del 12 febbraio con il Romagna Centro dalla mazzata di quattro turni di squalifica, quella di domani sarà invece l’ultima giornata di stop: in settimana la Corte di appello sportiva nazionale ha infatti ridotto a due turni la pena. Ad accompagnare Trudo in udienza a Roma c’era il vice presidente della Jesina Simone Petrini.
«Kevin a fine partita era andato a riprendere il portiere del Romagna Centro- ricorda Petrini- ragazzo molto giovane che al fischio finale, vinta la gara, aveva rivolto nei confronti dei tifosi della Jesina in curva dei gesti che gli sono anche costati una giornata di squalifica. Il nostro giocatore, sbagliando, aveva colpito col palmo della mano, non con un calcio, l’avversario. Quasi uno “scappellotto” come si dice da noi, per riprendere l’avversario per il comportamento irrispettoso nei confronti del pubblico. Con ogni probabilità, sarebbe stato ripreso allo stesso modo anche un nostro giovane se, fuori casa, fosse andato a schernire il pubblico locale dopo una vittoria».
Prosegue Petrini: «Al di là delle motivazioni espresse e illustrate nel ricorso, alla Corte è stato fatto presente come lo stop di quattro giornate e l’accusa di aver commesso un atto violento rappresentassero un marchio troppo pesante non solo in relazione a quanto accaduto ma anche per un ragazzo come Kevin, sempre corretto e, oltre che giocatore, anche allenatore e educatore in un settore giovanile come quello della Jesina, con oltre 300 ragazzi. Era soprattutto questo a pesare su di lui, che ha riconosciuto peraltro sin da subito di aver sbagliato in campo e di meritare una sanzione. Col portiere del Romagna Centro peraltro Trudo si è successivamente sentito e chiarito. E da parte del ragazzo ci sarebbe anche stata la disponibilità, in caso di bisogno, a venire a parlare davanti alla Corte. Quest’ultima peraltro ha deciso per la riduzione dopo aver ascoltato in merito anche il direttore di gara dell’incontro che aveva stilato il referto sull’accaduto».
Infine, ricorda Petrini: «Alla Corte è stato fatto presente anche un altro elemento, a testimonianza del carattere di Kevin e dell’eccezionalità del suo comportamento in questa occasione. Da giocatore molto forte e temuto, Trudo è spesso oggetto in campo anche di provocazioni e insulti, a volte anche razzisti. Eppure nei suoi anni con questa maglia mai è stato espulso nè ha risposto con reazioni violente, mantenendo sempre il controllo».