Jesi-Fabriano

La Mano, punto di contatto tra culture

Il monumento sarà inaugurato domani in piazzale San Savino e rappresenta l'incontro tra culture diverse, l'integrazione che va costruita giorno per giorno. Ideato da Graziano Giacani e realizzato da Massimo Ippoliti

La Mano in fae di montaggio

JESI – Ha preso non solo forma ma anche possesso del luogo nel quale resterà. E’ il monumento nel prato di piazzale San Savino che sarà inaugurato domani a mezzogiorno: Punto di contatto tra culture, «che concretizza l’idea e i valori del San Savino Festival, là dove l’identità di un luogo viene costruita con passione e tenacia da chi lo vive».

Graziano Giacani ne è l’ideatore mentre Massimo Ippoliti lo scultore che ha realizzato l’opera, una Mano multicolore, in bronzo, del peso di circa 5 kg a simboleggiare i cinque continenti.

Il basamento con il perno sul quale ruoterà e l’impronta

«Un progetto iniziato due anni fa  – spiega lo stesso Giacani – per costruire una identità in un luogo, questa piazza, attraverso il confronto di chi ci abita, ci vive, ci lavora. La vita di tutti i giorni, qui, sottintende l’integrazione, ci sono tante etnie, tante lingue che si incrociano, si confrontano, occupano spazi. E questo luogo vuole essere e rappresentare un punto di contatto. La mano parla dell’uomo e con la mano si comunica, gesti che sono simbolo, appunto, di contatto, una impronta che definisce la relazione tra diverse culture».

Maria Pia, 101 anni, mentre osserva i lavori

La Mano si innalza su un basamento a tronco di piramide in acciaio che riveste l’anima in cemento armato «e il tutto – spiega Massimo Ippoliti – è frutto anche della combinazione di quanti hanno collaborato insieme a noi, come la ditta “Paolucci Automazioni” che ha fornito il perno con i cuscinetti per fare in modo che la Mano giri su se stessa, la “Termoforgia”, l’impresa edile “Geo” di Cipriano Ciavattini».

Sul basamento, poi, c’è l’impronta di un’altra mano, più piccola. E’ quella di Maria Pia, 101 anni, che vive all’ultimo piano di un palazzo che si affaccia sul piazzale. Ha scritto anche un messaggio, che sarà letto durante l’inaugurazione, nel quale si parla di rispetto. E questo suo sentire, questo suo gesto, sono diventati un’impronta.