Jesi-Fabriano

La Medea di Euripide va alle poste

Scritto e diretto da Fiorenza Montanari con gli allievi della scuola di teatro Di Onisio, training di teatro danza a cura di Helen Cerina, lo spettacolo racconta la storia di Medea calata nei nostri giorni

APIRO – Grandi e piccini sul palcoscenico del Teatro Mestica di Apiro per lo spettacolo “Me Dea” scritto e diretto da Fiorenza Montanari. Lo spettacolo andrà in scena sabato prossimo 10 giugno alle 21.

Fiorenza, la Medea di Euripide catapultata ai giorni nostri, come è nata l’idea di questo spettacolo?
«È il saggio di fine anno che vede come protagonisti tutti gli allievi della mia scuola di teatro ad Apiro, ragazzi ed adulti in un unico spettacolo – spiega la regista Montanari -. Come tutti gli anni il saggio finale conclude la stagione teatrale del Mestica ed il tema che affronta è perciò in linea con quelli affrontati dalla stagione teatrale: l’immigrazione ed il Mediterraneo come culla delle civiltà antiche». 

Medea è accusata di stregoneria solo perché straniera ed immigrata in terra greca e verrà persino ripudiata dal marito Giasone poiché straniera e barbara. Come hai affrontato questo personaggio?
«Abbiamo smorzato i toni ed alleggerito la storia con una sorta di flashback al mito dell’antica Grecia di Giasone, in cui vediamo il bellissimo innamoramento di Giasone con Medea, la straniera che lo aiuta a prendere il vello d’oro. Saranno i ragazzi a interpretare gli Dei e, di tanto in tanto, interverranno nelle vicende. Quest’anno hanno tutti seguito anche un training di teatro danza con Helen Cerina e il prodotto finale sarà visibile in alcuni momenti danzati dello spettacolo. Inoltre, con i ragazzi e gli adulti, come tutti gli anni, siamo stati in gita a vedere uno spettacolo sul tema, a Brescia, per la Medea di Luca Ronconi». 

Attualità ma anche simbologia in questo spettacolo..

«Abbiamo portato questa storia ai giorni nostri e vediamo Medea che vive una giornata tipo: va alle poste, fa la spesa, cucina, va dalla parrucchiera, a prendere i figli a calcio. È costantemente affiancata da una presenza oscura, un’ombra ovvero il suo lato oscuro che alla fine la porterà a commettere l’infanticidio».
Una tragedia lontana ma che ancora oggi ha molto da raccontare.