JESI – La biblioteca Planettiana, dunque, come già anticipato, riduce gli orari. Un ridimensionamento causato dalla carenza di personale e che, per il momento, durerà almeno sino a tutto questo mese di settembre.
Detto in pratica e riassumendo, le sale lettura del primo piano saranno chiuse per tutti i pomeriggi e anche sabato mattina, non si effettueranno le visite guidate ai fondi della biblioteca, riduzione dei prestiti interbibliotecari, della consultazione in sede e della ricerca archivistica, garantiti solo la mattina a eccezione del sabato.
Soltanto la “Salara“, a piano terra, per i volumi di pubblica lettura, continuerà mattina e pomeriggio. L’assessore alla cultura, Luca Butini, già ieri era intervenuto affermando che presto ci sarà un incontro con il personale per cercare di giungere a una soluzione.
«Siamo in pochi, appena in sei – sottolinea la responsabile della Planettiana, Manola Gianfranceschi – e si è concatenata una serie di situazioni che non ci agevola. Una forte contrazione in organico derivante dai pensionamenti, 10 persone dal 2011 a oggi, tra le quali un dirigente di settore, un vice direttore archivista, una responsabile di unità operativa complessa, e nello stesso tempo anche personale di qualifica “C” e “B”. Figure prosfessionali importanti».
Ed è stato un andare avanti con l’ausilio di persone esterne, volontari dell’Archeoclub sulla base di una convenzione biennale, con lavoratori in mobilità rimasti per un periodo e poi se ne sono andati. In questo momento, inoltre, non c’è più possibilità di attingere alle liste di mobilità. E con due ragazze, in quest’ultimo anno, del Servizio Civile impiegate dal settembre 2016 sino alla prossima settimana. Poi dovranno chudere il loro rapporto di collaborazione con la biblioteca.
«E va tenuto presente – incalza Gianfranceschi – che ci vuole un periodo di oltre un mese di formazione e che, comunque, il personale impiegato non può acquisire un minimo di professionalità, in grado di dare un’informazione di base, dall’oggi al domani. Serve tempo e, soprattutto, rispetto delle diverse professionalità che vengono a crearsi».
In questo momento c’è una situazione ancora più complicata derivante dal fatto che una unità che era stata assegnata alla biblioteca con eventuali sostituzioni alla scala mobile è stata, invece, assegnata alla scala mobile con eventuali sostituzioni in biblioteca. Tutto il contrario. Un’altra, pur usufruendo della legge 104, quindi con riduzione di orario, sta chiedendo il congedo. Personale cercasi, insomma.
«Vorrei anche sottolineare cosa è la biblioteca di Jesi, che non è soltanto per la pubblica lettura, con una particolare attenzione a quelli che sono anche tutti i servizi di innovazione tecnologica con piattaforme digitali e navigazione internet. Siamo anche una biblioteca di conservazione, con tantissimi fondi antichi e con il maggior numero di archivi della regione Marche, ben 18. Una marea di pezzi di altissimo livello e pregio che se non vengono valorizzati e fatti conoscere, non potranno essere fruiti. E siamo anche biblioteca capofila per il polo della provincia di Ancona, coordinando ben 50 biblioteche del territorio».
Per capire bene vale un esempio: «Ho sempre fatto presente il rapporto con le altre realtà limitrofe, come quella di Maiolati, a Moie, che viene considerata la biblioteca per eccellenza. Ma ha solo il servizio di pubblica lettura essendo di recente costituzione. Lì, tra personale dipendente e a incarico, ci sono quattro unità, due meno di noi…».
«Mi aspetto perciò che l’Amministrazione entri di più nel merito dei meccanismi di organizzazione interna. Che abbia un’attenzione particolare e, soprattutto, che si “senta” l’importanza della biblioteca, la quale eroga servizi gratuiti e che funge non solo da ammortizzatore culturale ma anche sociale, in periodi di crisi come questo».
Vale la pena ricordare che nel periodo aprile-maggio scorsi a cura della Planettiana sono stati distribuiti questionari, per target d’età, che miravano a capire chi fossero i frequentatori, perché vi si recassero, per quanto tempo, e come avrebbero voluto migliorare il servizio.
Dati molto importanti dai quali è scaturita, tra l’altro, da parte di tutti, la richiesta di un ampliamento dell’orario. Persino di domenica. Invece, si è stati costretti a ridurlo.