Jesi-Fabriano

La tradizione del Nocino, il liquore delle streghe

Una ricetta antica che si tramanda da generazioni quella del Nocino di San Giovanni. Un ottimo e delizioso digestivo legato al solstizio d'estate

JESI – Una notte magica, piena di rituali e appuntamenti con la tradizione. Quella di San Giovanni è una data da segnare sul calendario: a cavallo tra il 23 e il 24 giugno in molte città italiane si festeggia con falò accesi e rituali quella che viene chiamata “la notte delle streghe”. In molte case di campagna nella nostra zona, la tradizione rimane in ambito culinario e si tramanda per via orale. Tra le specialità da servire in tavola c’è il Nocino di San Giovanni, un ottimo digestivo che si può preparare in casa unendo semplici ingredienti. Va precisato che, trattandosi di tradizioni che si tramandano oralmente nelle famiglie contadine, non esiste una ricetta “perfetta” ma che ogni famiglia segue il suo metodo: «Certo è che le noci vanno raccolte in prossimità del 24 giugno, quando ancora non sono mature – spiega Antonietta Gabrielloni, 86 anni, nativa di Filottrano ma residente a Jesi da sempre – La ricetta che adesso segue mia nipote consiste nella raccolta di quaranta noci compreso il mallo, che vengono tagliate a metà e messe a macerare in un litro e mezzo di alcool puro insieme a una manciata di chiodi di garofano, cannella e scorza di limone. Trascorsi quaranta giorni, scuotendo il barattolo tutti i giorni, si prepara uno sciroppo con lo zucchero e si unisce al macerato. Una volta filtrato tutto si può bere». Secondo alcuni racconti le noci venivano raccolte da giovani vergini. Il Nocino sarà pronto in prossimità della notte di San Lorenzo. «I miei nonni vivevano a Tornazzano – continua – ricordo che la notte di San Giovanni si pregava, facevamo luce con olio e stoppini di stoffa che duravano per ore».

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