Jesi-Fabriano

Lascito Morosetti, Comune di Jesi e promotori del referendum con il fiato sospeso

I contrari allo spostamento della fontana dei Leoni, che hanno proposto la consultazione popolare abrogativa, hanno incontrato i garanti. La decisione è attesa a breve

Piazza Federico II, la vista sul complesso San Floriano e sulla fontana dei Leoni

JESI – Sono ore di attesa per Comune e cittadini. Entro domenica, salvo imprevisti, si conoscerà l’esito dell’approfondimento dei garanti sull’eventuale referendum abrogativo della decisione consiliare di spostare la fontana dei Leoni. I promotori della consultazione popolare hanno incontrato i tre “saggi” (l’avvocato Patrizia Niccolaini, il viceprefetto Michele Basilicata e il difensore civico regionale, Andrea Nobili) che stanno valutando l’ammissibilità dell’istanza sulla base dei regolamenti municipali.

«Una nostra delegazione – spiega il comitato referendario – è stata ricevuta in audizione dal Comitato dei Garanti, che dovrà valutare l’ammissibilità, dal punto di vista regolamentare, del quesito referendario proposto. L’audizione, richiesta dal Comitato Promotore, è durata circa un’ora e si è svolta negli uffici della Prefettura di Ancona. Si è trattato di un’occasione utile al Comitato Promotore per ribadire le proprie motivazioni, sia tecnico-regolamentari, sia politiche, alla base della proposta presentata. Per quanto riguarda le motivazioni tecnico-regolamentari, è stata depositata una memoria scritta a sostegno della tesi secondo cui le delibere oggetto della proposta referendaria rappresentano meri atti di indirizzo politico e, quindi, assoggettabili a referendum in base al regolamento comunale sugli istituti di partecipazione. Per quanto riguarda le motivazioni politiche, è stato posto l’accento sulla grande richiesta di partecipazione democratica pervenuta da un’ampia parte della cittadinanza, che ha chiesto di potersi pronunciare su una scelta dell’Amministrazione Comunale destinata ad incidere su due luoghi simbolo delle relazioni sociali cittadine, senza che ciò si basasse su un programma di mandato, scelta per di più avvenuta, di fatto, su istanza di un privato che non viveva a Jesi da circa 70 anni e che, per tale motivo, forse non era neanche aggiornato sulla capacità aggregante esercitata da Piazza della Repubblica e da Piazza Federico II così come sono configurate attualmente, né sul valore affettivo e relazionale che tali luoghi evocano alla gran parte della cittadinanza che ha la possibilità di fruirne. Il Comitato Promotore del referendum resta in fiduciosa attesa del responso che dovrebbe arrivare a breve dal Comitato dei Garanti».

Due le ipotesi:
Con il Sì dei garanti al referendum abrogativo, l’amministrazione potrebbe immediatamente bloccare l’iter e rinunciare alla traslazione della fontana in piazza della Repubblica (dunque anche del referendum), non essendovi i tempi tecnici (il lascito testamentario indica il 22 luglio 2021 quale data ultima di completamento dello spostamento e relativo allaccio alla rete idrica, e servono almeno cinque mesi di lavori). La consultazione popolare, infatti, non potrà svolgersi prima di marzo (i promotori dovranno raccogliere 2 mila firme). Richiederà inoltre il quorum per essere valida, vale a dire almeno 15 mila votanti alle urne.

Con il No dei garanti, l’amministrazione procederà subito all’individuazione della ditta mediante bando, avendo già autorizzato gli approfondimenti geologici, con l’obiettivo di aprire il cantiere entro il mese di febbraio. E poi sarà una corsa contro il tempo e contro gli eventuali imprevisti. I 2 milioni di euro ereditati arriveranno solo quando la fontana sarà davanti al teatro Pergolesi.