JESI – «Costruzione politica imbastita ad hoc dall’amministrazione» per il Pd. Per Jesi in Comune, «immorale». Sono le reazioni dell’opposizione all’annuncio da parte del sindaco Massimo Bacci in Consiglio dell’intenzione di utilizzare le somme del lascito alla città di Cassio Morosetti, tolte le spese per riportare la fontana dei leoni in Piazza della Repubblica e l’annesso intervento su questa e piazza Federico II, per l’attuazione del Peba, Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Argomenta a riguardo il Pd, con il segretario Stefano Bornigia: «Il lascito di Cassio Morosetti ha lo scopo di spostare la fontana dei leoni da piazza Federico II a piazza della Repubblica, punto. Qualora il Comune non intendesse appagare questo suo desiderio, l’alternativa esiste e giustamente ce la indica sempre Morosetti, visto che i soldi erano suoi. Le sue risorse sarebbero infatti devolute alla Lega del Filo d’Oro, alla Fondazione “Opera San Francesco per i Poveri” e all’associazione “Pane Quotidiano”. Quale tra le due opzioni, soprattutto nelle circostanze pandemiche odierne, rappresenti una urgenza ed una meritoria azione di sostegno a chi ha difficoltà, pare di palese evidenza. Il punto relativo alla destinazione dell’eventuale residuo, a favore del PEBA, è una costruzione politica, che l’amministrazione comunale imbastisce ad hoc».
Secondo il segretario dem: «Lo spostamento della fontana dei leoni è innegabilmente più pronto che auspicato, senza che la città abbia avuto modo di esprimersi. A ciò si aggiunge oggi l’ulteriore incertezza del residuo, del quale non si possiede alcun elemento utile a comprenderne la quantificazione. Dato importante questo, visto che spostare la fontana dei leoni, implica necessariamente anche dover progettare il riallestimento di piazza Federico II, ridefinire il progetto di piazza della Repubblica (pronto da tempo) e dare poi luogo all’esecuzione materiale delle opere. Tutte cose che hanno un evidente costo. L’abbattimento delle barriere architettoniche dovrebbe piuttosto avere già individuate le risorse da utilizzare, proprie dell’Ente, e non lasciti testamentari, che hanno carattere meramente casuale. Il tutto a meno che, e non ci sentiamo di escluderlo, questa amministrazione abbia deciso di affidare l’esecuzione della progettazione al caso»
Conclude il Pd: «Ultimo ma non ultimo: le piazze contano ed anche parecchio. Contano perché è lì che, da sempre, si tessono relazioni cittadine e ne rappresentano il simbolo. Tempi come questo dove, per necessità, si sta disaggregando la nostra socialità, ce lo gridano in faccia. Ed allora che si lascino le nostre due piazze così come sono al fine di mantenere intatti i luoghi della nostra identità cittadina che funzionano, che hanno funzionato e continueranno a farlo anche dopo questo drammatico momento. Senza lasciare da parte, da un lato l’aiuto ai più bisognosi, che il testamento prevede e per altro l’abbattimento delle barriere architettoniche, per il quale daremo il nostro contributo, così abbiamo sempre fatto, anche per altre opere urgenti e necessarie per la nostra città».
«Il Peba con i lasciti e la gloria con i mutui» è invece il commento di Jesi in Comune. «Lo spettacolo dato in consiglio comunale è la prova dell’inadeguatezza politica di questa maggioranza e del fatto che le scelte vengono maturate sulla base del momento, magari dell’orgoglio ferito, ma non certo di una visione di città. Se non fosse stata l’opposizione prima a segnalare l’errore e poi a farsi carico da sola (ad eccezione presidente del Consiglio Massaccesi) del rinvio della pratica di affidamento dell’incarico esterno, ci saremmo trovati di fronte ad una delibera viziata, che avrebbe potuto avere conseguenze sugli atti successivi. Questo il senso di responsabilità della maggioranza. Quello che è emerso con chiarezza è che il motivo per cui il Sindaco ha già deciso di accettare il lascito di Morosetti non è legato alla volontà ed alla condivisione del progetto di spostamento della fontana, con tutte le conseguenze del caso, ma alla somma residua di cui il comune potrà disporre. Se proprio per questa amministrazione l’attuazione del Peba era una priorità si potevano destinare a questo intervento le somme utilizzate altrove, per esempio per il rifacimento del corso».
«Certo per l’attuazione del Peba è ora scossa: sono passati otto anni da quando governano la città e ci vogliono fondi sicuri- prosegue Jesi in Comune- È immorale condizionarlo ora all’esito della scelta sul lascito, che riguarda una questione del tutto diversa e cioè l’opportunità di spostare una fontana e buttar per aria i progetti di due piazze (quello realizzato non molto tempo fa in piazza Federico II e quello solo progettato, ma che dovrà essere cestinato, per il rifacimento di piazza della Repubblica). Oppure lasciare semplicemente che vadano in beneficenza. Per nulla secondaria la questione della possibile nullità del lascito con vincolo perpetuo: spostiamo la fontana con il rischio che il testamento possa essere impugnato? Prima di decidere bisognerà sgombrare il campo dai dubbi, quelli giuridici innanzitutto e poi quelli estetici e quelli che riguardano le valutazioni di priorità e opportunità».
Dalla maggioranza civica, reagisce così Jesiamo a supporto delle parole del sindaco Massimo Bacci e contro le opposizioni: «Utilizzare le risorse rimanenti del lascito di Cassio Morosetti, una volta spostata la fontana dei Leoni, per la piena attuazione del Piano Abbattimento Barriere Architettoniche – Legge risalente al 1986 ed attuata dal Comune di Jesi solo nel 2018 – è la proposta della maggioranza che il Sindaco Massimo Bacci ha comunicato nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale. Le repliche di PD e Jesi in Comune, che si presenteranno uniti alle prossime elezioni cittadine del 2022, sono lì stampate a futura memoria. Proprio le forze di sinistra che storicamente dovrebbero essere le più vicine e sensibili alle questioni sociali definiscono questa proposta una costruzione politica imbastita ad hoc ed immorale. Immorale e non civile è casomai non essersi mai occupati della questione PEBA dal lontano 1986, periodo che ha visto succedersi in città diverse amministrazioni di sinistra ed anche un certo difensore civico, oggi seduto nei banchi dell’opposizione, che sull’argomento non ha lasciato grandi sollecitazioni verso le passate giunte comunali. Si legge che per il PEBA si sarebbero dovuti spendere i fondi destinati ai lavori di rifacimento di Corso Matteotti, forse sfugge che anche quei lavori, che includono la rimozione dei marciapiedi, sono anch’essi rivolti all’eliminazione delle barriere architettoniche presenti lungo la principale via cittadina. C’è l’opportunità e ci sono le risorse per sanare una ferita del passato aperta da decenni, a meno che non si voglia continuare a non vedere incolpando altri di non avere visioni future».