JESI – Approvato dall’assemblea dei soci il bilancio previsionale 2017 dell’Asp Ambito 9 che ammonta a 14,5 milioni di euro. Dodici erano i milioni nel bilancio dello scorso anno. A fare la differenza sono fondi europei e nazionali con i quali sono stati potenziati alcuni interventi come minori e famiglia, la cui spesa è per il 2017 pari a 987mila euro circa (nel 2016 era 782mila), disagio e povertà che quest’anno prevede una spesa di 963mila euro circa (lo scorso anno si fermava a 525mila euro).
I settori più importanti sono costituiti dalla struttura residenziale per anziani di Jesi e dai servizi per disabili che coprono rispettivamente il 25% e il 27% del bilancio aziendale. Sulla casa di risposo, il presidente dell’Asp Sergio Mosconi: «Abbiamo dovuto rinunciare, causa terremoto, ad alcuni posti letto. Nella gestione Asp, oltre a Jesi e Cingoli, dovrebbero entrare anche le strutture di Staffolo, Apiro e Morro». In sofferenza i servizi rivolti ad anziani di assistenza domiciliare (sad) e consegna pasti a domicilio nel senso che i destinatari del servizio sono passati dal 2015 al 2016 rispettivamente da 117 a 92 e da 29 a 20: «Quando è nato questo servizio era innovativo, poi sono cambiati i bisogni. Le badanti, ad esempio, gestiscono più ore rispetto al servizio dell’Asp che copre qualche ora a settimana» ha precisato il direttore Franco Pesaresi, sottolineando l’importanza di mettere intorno a un tavolo i servizi e valutare le effettive necessità della popolazione, come sono cambiate e quindi quale è il miglior modo per rispondere. Oltre a famiglie e minori, disabili, anziani e povertà, l’Asp si occupa anche dell’assistenza dei rifugiati e richiedenti asilo che sono 50 a Jesi, altrettanti tra Osimo e Chiaravalle.
Le criticità
Tanti i servizi posti in essere, i bandi vinti, i progetti partiti ma non mancano le difficoltà: «Scontiamo la mancanza di programmazione – spiega Pesaresi – Non ci sono più fondi indistinti che servivano per mandare avanti la baracca: se i fondi arrivano solo per i progetti si fa fatica a trovare le risorse per pagare il personale ed organizzare il servizio. Non sappiamo nemmeno quante risorse abbiamo per il 2017». «Non possiamo campare di bandi, il sociale va finanziato in maniera programmata – aggiunge Mosconi – Non si può affrontare un settore che è sempre emergenza con la logica della precarietà perché non puoi rischiare di rimanere scoperto. Manca un fondo pluriennale che ci permetta di guardare al futuro nell’ottica di un biennio».
In programma
Nella lista degli interventi c’è il centro Azzararuolo per autismo, già esistente ma ancora ferma al palo per motivi burocratici che sarebbe un fiore all’occhiello tutto jesino per l’intera Regione. Asp al lavoro anche per creare un market sociale: un magazzino di alimenti e vestiti per i poveri che, anziché l’attuale pacco preconfezionato, possono scegliere cosa mettere nel carrello. Un progetto simile esiste a Fabriano. Sabato 22 aprile invece, in via San Giuseppe 36, sarà inaugurato il nuovo Centro Diurno Alzheimer che ospiterà 16 persone residenti nei 21 comuni dell’Asp Ambito 9, ai primi stadi della malattia. È volto ad offrire loro occasioni di socializzazione e programmi di trattamento terapeutico. È possibile presentare le domande, necessarie per l’individuazione del numero minimo di beneficiari per l’avvio della struttura, fino al prossimo 6 maggio ma, una volta avviata la struttura, potranno essere sempre presentate. La domanda è scaricabile dal sito www.aspambitonove.it o si può ritirare nella portineria di via Gramsci o negli Uffici di Promozione Sociale dei comuni.