JESI – Riqualificazione di ponte San Carlo, l’amministrazione prova ad accelerare i tempi. Approvato in linea tecnica il progetto definitivo di demolizione e ricostruzione del viadotto che collega la città al quartiere di Minonna. Si attende solo il contributo della Provincia, determinante per iniziare a programmare l’avvio dell’impegnativo cantiere.
Allo stato attuale, il costo dell’intervento risultante dallo studio di fattibilità tecnica economica approvato dalla giunta Bacci è stimato in 5 milioni di euro, «fatta salva la possibile rideterminazione del costo dell’opera a seguito della definizione ed approvazione, da parte degli enti preposti, delle successive fasi progettuali, definitiva ed esecutiva». La Regione, dal canto suo, ha garantito 3,5 milioni di euro, mentre la restante parte sarà coperta dal Comune e dai gestori dei sottoservizi. È imprescindibile, però, a quanto si apprende, il sostegno della Provincia, che non ha ancora deliberato in merito pur avendo lasciato intendere di voler dare il proprio contributo.
L’amministrazione ha più volte spiegato che il ponte, seppur posto all’interno del territorio del comune di Jesi intercetta un flusso veicolare strategico per un territorio ben più vasto. Infatti dista circa 1 km dall’uscita Jesi Centro della strada statale 76 e pertanto costituisce passaggio preferenziale per il flusso veicolare intercettato da tale uscita con destinazione o origine Jesi. Per i Comuni limitrofi la viabilità che intercetta il ponte San Carlo rappresenta il punto più agevole di accesso alla città dove si collocano strutture di interesse pubblico essenziali quali l’ospedale Carlo Urbani, scuole di secondo grado, ecc. L’attuale limitazione viabilistica che preclude il transito sul ponte ai mezzi pesanti e/o con larghezza superiore a 2,5 mt, ovvero ulteriori provvedimenti più restrittivi di limitazione del traffico veicolare che potrebbero rendersi necessari, comportano l’impossibilità di passaggio anche dei mezzi di soccorso tra cui i mezzi dei VV.F.. La piena funzionalità del ponte è indispensabile per garantire il collegamento dal punto di vista viabilistico dei nuovi poli unici ospedalieri permettendo una razionalizzazione dei servizi e una adeguata connessione con le aree servite».
Per quanto riguarda i tempi, difficile prevederli ad oggi, anche alla luce dell’emergenza Coronavirus che ha bloccato l’iter. Il Comune intende aprire il cantiere nella seconda metà del 2021, sapendo già che serviranno mesi per chiuderlo e rendere di nuovo fruibile il viadotto.