JESI – Fulmine a ciel sereno per l’occupazione a Jesi e in Vallesina: l’azienda multinazionale annuncia la chiusura dello stabilimento jesino di via Roncaglia di Caterpillar, produttore di cilindri idraulici per pistoni di macchine movimento terra. 270 posti di lavoro fra tempi indeterminati e interinali che se ne vanno in fumo poco prima di Natale, senza che ci fosse stata alcuna avvisaglia.
«Eravamo stati convocati nella sede di Ancona di Confindustria per il consueto incontro semestrale previsto da contratto, per la presentazione di bilancio e andamento aziendale. Pensavamo di dover parlare di questo e anzi di assunzioni a fine anno per una quota dei 70-80 lavoratori interinali presenti in azienda. Ma il direttore di stabilimento, Jean Mathieu Chatain, da una ventina di giorni arrivato a sostituire il predecessore Roberto Lorenzoni, che se ne è andato dopo 18 anni, ci ha annunciato la cessazione della produzione del sito di Jesi. Ci siamo alzati e siamo venuti via, inutile ascoltare oltre» riferiscono Tiziano Beldomenico, Maurizio Gabrielli e Davide Fiordelmondo, sindacalisti Fiom Cgil, davanti alla fabbrica di via Roncaglia dove sono subito uscite in sciopero in tarda mattinata, una volta avvisate dell’esito dell’incontro di Ancona, le maestranze. Mobilitazione che andrà avanti oggi e nella giornata di lunedì prossimo 13 dicembre.
Arriva in seguito proprio il direttore Jean Mathieu Chatain che, megafono in mano davanti ai lavoratori, dice loro: «Non è una scelta che riguarda il valore delle persone, lo stabilimento fa un’ottima produzione. Ma a livello di costi, conviene ed è più competitivo produrre i cilindri altrove, in gran parte – il 70-80%- presso terzi. Di quanto resta, non è conveniente la produzione a Jesi». Si alza la tensione, mentre la situazione viene monitorata dalla Polizia presente sul posto. L’a.d. francese viene fermato dai sindacati: «Non può venire qui a dire questo a gente che per lavorare si sporca le mani. I lavoratori sono in sciopero, lei non ha diritto di fare qui queste comunicazioni, le faccia sul posto di lavoro». Accompagnato dalla sua security, il dirigente arrivato da Grenoble sale in auto e se ne va, inseguito dalle parole di rabbia degli operai e con un colpo che arriva anche al veicolo.
Un duro colpo per il territorio. «Ne risentirà anche tutto l’indotto che lavorava con Caterpillar – dice Beldomenico – e parliamo di un’azienda che non manifestava problematiche di ordini o di produttività ma che anzi, semmai, faceva i conti con la carenza di materiale».