Jesi-Fabriano

Le cipolle di Lillini annunciano il ritorno delle quattro stagioni

Il rabdomante jesino Alfio Lillini propone come ogni anno la lettura delle cipolle: una tradizione antichissima ancora in voga nelle nostre campagne

Anno nuovo, tradizioni antiche. È così per Alfio Lillini, rabdomante jesino che tramanda la lettura degli spicchi di cipolla elaborando un calendario meteo per tutto l’anno. La tradizione della lettura delle cipolle gli è stata tramandata dal nonno, ma ha radici antichissime. Addirittura fonti storiche narrano che esisteva già dal Medioevo e che perfino il duca di Montefeltro la praticasse per prevedere il meteo. Ma neanche le sagge cipolle potevano prevedere nel gennaio dello scorso anno un così nefasto periodo caratterizzato addirittura da una pandemia mondiale.

Tuttavia, le aspettative legate a questo rito folkloristico ci sono sempre, assieme a un bel pugno di speranze: «il Natale appena trascorso senza luna non è di buon augurio per un 2021 solare, ma secondo le cipolle torneranno le mezze stagioni», esordisce Alfio Lillini con una news importante. Abituati al passaggio brusco dal caldo torrido al freddo pungente e viceversa, il ritorno delle stagioni (tutte) a mitigare, è già un buon segno.

«Gelate, freddo e neve nella prima decade di gennaio – dice il calendario – l’anno 2020 fortunatamente si è concluso più bisesto e funesto non poteva essere, dicevo un anno fa, di non aspettarsi un anno fertile e prosperoso, ma addirittura una pandemia non era affatto prevedibile purtroppo. Ma il Natale 2020 senza luna non è di buon augurio per un 2021 solare, per il resto siamo ancora all’interno di una pandemia. Per l’anno 2021 i segnali della natura, anche con un certo anticipo, ci fanno intendere di avere un inverno diverso dagli ultimi anni, forse avremmo anche la neve a quote medio basse che tanto serve per rimpinguare la falda acquifera.

Nell’autunno scorso si sono seccati pozzi quasi secolari, non era mai accaduto. E da un po’ che raschiamo il barile, è bene fare più attenzione al consumo dell’acqua. È meglio per tutti. Le mezze stagioni ritornano a farsi vedere come da calendario – continua – con pioggia abbastanza presente in primavera, il caldo da fine maggio, l’afa e il caldo a volontà dopo la prima decade di giugno, caldo torrido e afa a luglio e agosto, le prime piogge a settembre, ottobre ci porta l’autunno, il freddo a novembre dopo l’estate di San Martino, venti freddi da fine mese, giornate rigide e gelate con neve a dicembre».

Questa la previsione delle cipolle «con segnali che la natura non smetta mai di farci vedere. Dovremmo impegnarci tutti a vederli con più attenzione, l’ambiente è di tutti noi. La nostra salute dipend e anche dall’ambiente – conclude Lillini – di questo cambiamento climatico dobbiamo tutti prendere atto in maniera completa. Siamo già in ritardo. Gli animali selvatici dalla periferia delle città, sono entrati in città. Questi sono segnali gravi, da non sottovalutare affatto. Basta pensare che gli animali selvatici sono portatori di malattie infettive anche gravi per l’uomo. A tutte le istituzioni, il dovere di governare il territorio (non di essere sordi) e ai cittadini tutti di fare di più». Alfio Lillini porta avanti da sempre la lettura delle cipolle con costanza e attenzione, spesso questa antica tradizione contadina ha anticipato l’andamento della stagione centrando le aspettative, sebbene si basi su una procedura molto semplice.

La disposizione degli spicchi di cipolla in due file da sei, per i due semestri dell’anno

Basta suddividere la cipolla in 12 spicchi, esattamente come i mesi dell’anno, cospargerli di sale fino iodato e disporli a oriente sul davanzale di una finestra lasciandoli fuori nella notte tra l’1 e il 2 gennaio, poi in base a quando le sfoglie si sono gelate, quanto il sale ha interagito con la cipolla sciogliendosi, si può darne lettura e interpretazione. Non c’è una spiegazione razionale di come si leggano le cipolle, ma solo empirica, un rito insomma che si tramanda nei secoli portato avanti per rispetto della tradizione contadina da cui proveniamo e per affetto dei nostri nonni, come nel caso di Lillini.