JESI – “Chiamatemi Federichino!” è il titolo del libro scritto dalla giornalista jesina Talita Frezzi, ispirato all’infanzia di Federico II di Hohenstaufen, re di Germania nato a Jesi nel 1194.
Mille le copie stampate di questo volume, con illustrazioni originali di Martina Meta Molinari, prefazione di Pippo Franco ed è redatto in doppia lingua, italiano e tedesco tradotto da Wilhelm Gerard Klaus.
Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
«Era un progetto che avevo nel cassetto da tempo – spiega Talita Frezzi – Così ho buttato giù delle idee che come filo conduttore avevano la vita di Federico II. È il primo libro per bambini che presento alla città. Amo la letteratura infantile grazie ai miei genitori che acquistavano libri di favole classiche. All’inizio ero io stessa a fare i disegni, ma tra la scrittura dei testi e il lavoro non riuscivo a stare dietro a tutto quindi ho cercato una disegnatrice».
Da qui l’incontro con Martina Molinari.
«Si, Martina è una tatuatrice di Moie alla quale ho presentato il progetto e chiesto due tavole per ogni storia, che complessivamente sono otto. Lei si è ispirata a suo figlio, immaginandolo con la corona. Nel frattempo ho individuato nel Museo Federico II la vetrina giusta per il mio libro».
Come nascono le storie, da cosa ti sei ispirata?
«Devo ringraziare Franca Tacconi, vice presidente della Fondazione Federico II Hohenstaufen di Jesi, che mi ha messo a disposizione la Biblioteca e la sua grande conoscenza. Da qui sono nate otto storie, otto come la pianta ottagonale di Castel Del Mote, numero caro a Federico II. Ognuna nasce da fatti storici realmente accaduti, conditi con fantasia e una morale: un seme di speranza nel cuore dei piccoli lettori, che a differenza di noi adulti sono ingenui e liberi da costrutti e sovrastrutture, sono curiosi, amano senza neanche saperlo. Questo è quello che li può salvare, ecco perché ho voluto un eroe bambino. Tutto inizia con la nascita dell’Imperatore a Jesi, ma ovviamente le storie spaziano geograficamente. Lo scopo di questo libro è quello di crescere persone migliori attraverso messaggi come l’integrazione, stimolando la curiosità».
A che fascia di età è destinato questo libro?
«Elementari e medie: i disegni sono per bambini più piccoli, immediati, una scelta fatta appositamente per adattarlo a tutti. La prefazione è di Pippo Franco che ho conosciuto anni fa in occasione di un Federichino d’Oro: gli diedi il mio autografo per rompere il ghiaccio. Visto che lui è uno studioso di Federico II avendo scritto testi teatrali sul personaggio. L’ho contattato e sono andata da lui a Roma con le mie favole che lo hanno colpito, non c’è infatti una letteratura sull’infanzia di Federico II».
Un libro che dedichi a tuo padre.
«Si, mio padre è venuto a mancare due anni fa. Nonostante mi abbia lasciata troppo presto sento molto la sua vicinanza. La favola numero 4 del libro, racconta la perdita della mamma per Federichino, la storia si conclude con la speranza che sia diventata la stella più luminosa del cielo».
Dove si può acquistare il libro?
«Nel bookshop del Museo Stupor Mundi, da Kirikù, alla Libreria dei Ragazzi, su Amazon, è in consultazione alla Biblioteca dei ragazzi e alla Fondazione Federico II Hohenstaufen, ed anche all Fondazione Federico II di Palermo. Ringrazio i commercianti di JesiCentro e della Fornace che hanno “adottato” Federichino esponendolo in vetrina».
Altri progetti in cantiere?
«In realtà sì, ho in mente un altro progetto sull’infanzia e qualcosa dedicato agli adulti».
Il progetto è stato realizzato con il contributo del Rotary Club di Jesi, il Kiwanis Club di Jesi, il Lions Club di Jesi e gli istituti di credito Banca di Credito Cooperativo di Suasa e Banca di Credito Cooperativo di Ostra e Morro d’Alba. Media Partner, il Corriere Adriatico.