Jesi-Fabriano

Liomatic di Jesi, vertenza di nuovo in Regione: rotto il tavolo delle trattative

Filcams Cgil: «L’azienda non offre garanzie sul futuro dei lavoratori. A parole sostiene che non licenzia ma non è disposta a sottoscrivere alcun documento in merito. Discriminatori i trasferimenti». Il 18 febbraio sciopero e ritorno in Regione

La sede Liomatic di Jesi

JESI – La vertenza Liomatic, che vede in bilico circa 50 posti di lavoro con l’annuncio di chiusura, dal 1° marzo prossimo, della sede jesina dell’azienda, tornerà in Regione venerdì 18 febbraio, dopo la rottura delle trattative fra impresa e sindacati che, sempre per il 18, hanno proclamato una giornata di sciopero.

È Filcams Cgil, con il segretario generale Ancona Carlo Cotichelli, ad accusare: «L’azienda non offre garanzie sul futuro dei lavoratori. A parole il gruppo sostiene che non licenzia ma non è disposto a sottoscrivere alcun documento in merito e, dunque, non ci sono prospettive per i prossimi mesi e i dipendenti rischiano il posto». Per il sindacato, i trasferimenti stabiliti in modo unilaterale da Liomatic «sono discriminatori perché decisi non sulla base di criteri oggettivi». E ad oggi, rilancia Cotichelli, «il gruppo non ha fatto alcun dietrofront rispetto alla chiusura dello stabilimento di Jesi».

Il confronto si è dunque rotto. «Restano le nostre perplessità – insiste Sara Dominella, segreteria provinciale Filcams Cgil – le richieste sindacali rifiutate integralmente dall’azienda durante gli incontri ci hanno consegnato un quadro decisamente preoccupante».

Sono 40 i dipendenti diretti a Jesi, una decina i collaboratori autonomi. Per 24 dei primi, l’azienda che vende snack e bevande con distributori automatici ha detto «manterranno invariata l’attività lavorativa, continuando a operare sullo stesso territorio». Si tratta dei dipendenti occupati nel ricarico dei distributori. Ma secondo i sindacati, il mancato impegno nero su bianco da parte di Liomatic a mantenere il perimetro occupazionale, non fornirebbe neppure a loro garanzie. Altri 11 dovrebbero essere trasferiti fra le filiali di Macerata e Pesaro, ad altri prospettati spostamenti a Perugia (2) e Arezzo (3).