JESI – Un abbraccio grande quanto tutta la chiesa di San Francesco di Paola – che non ha potuto accogliere tutti – per l’ultimo saluto a Claudia Politi, la giovane mamma di 37 anni – lascia due bimbe – deceduta lunedì scorso a causa di un male incurabile.
La “sua” chiesa l’ha stretta a sè per l’ultima volta, oggi 14 febbraio, in mezzo a tanti “cuori spezzati di fratelli e amici”, di chi era cresciuto con lei, dei molti che la conoscevano, l’avevano frequentata. Diverse sue fotografie campeggiavano accanto alla cassettina per la raccolta delle offerte da destinare allo Iom.
E un saluto accompagnato anche da tante lacrime per la consorte di Paolo Appignanesi, responsabile dell’area produzione della Fondazione Pergolesi Spontini – lei anni fa aveva anche lavorato al Centro studi “Valeria Moriconi” – presente con tutti i suoi componenti, assieme anche a dipendenti comunali e agli assessori Luca Butini e Ugo Coltorti.
Rito funebre concelebrato dal vescovo Gerardo Rocconi e dal parroco, don Vittorio Magnanelli, di fronte al feretro bianco adornato di rose bianche. La corale “Brunella Maggiori” ha accompagnato con i canti la messa.
«Tante domande non hanno risposte – ha detto il vescovo nell’omelia -, come quella che ci si fa da sempre: Dio dov’è? Gesù non dà spiegazioni, indica se stesso come la resurrezione e la vita. Bisogna guardare a lui, il risorto che dà la vita e che non è sfuggito a quella che è anche la nostra sorte, ma l’ha fatta sua».
«Claudia ha vissuto con dignità e forza tra problemi di salute e sofferenze, ora è nella luce di Dio perchè questa non è una esistenza che è finita».
Rimane il bene che abitava in lei, quel bene «che non andrà perso – come hanno ricordato i fratelli Piergiorgio e Alessandro – ma germoglierà con le tue bambine».
