Jesi-Fabriano

Lutto nel mondo dell’arte: si è spento Sergio Tapia Radic, lo scultore cileno che aveva scelto le Marche

La camera ardente sarà aperta dal 25 luglio all’obitorio dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, i funerali sabato 27 al Duomo di Ripatransone

JESI – Il mondo dell’arte piange la scomparsa dell’artista cileno Sergio Tapia Radic, 86 anni, scultore e filosofo, originario di Puerto Natales, che si era trasferito nel 2003 nelle Marche con la moglie Loredana. Adottato dalla nostra regione, Sergio Tapia Radic si era trasferito in Italia nel 1971 per vedere da vicino le opere di Michelangelo. Docente di scultura all’università di Santiago del Cile, si è spento nella notte tra sabato e domenica, all’ospedale Carlo Urbani di Jesi. Dal 2017 risiedeva a San Marcello, piccolo borgo che l’aveva accolto con tutti gli onori. 

Da giovedì (25 luglio) la salma sarà esposta nella camera mortuaria dell’Ospedale Carlo Urbani di Jesi, dove sarà aperta la camera ardente. Il funerale del Maestro Sergio Tapia Radic si terrà sabato (27 luglio) alle ore 15 al Duomo di Ripatransone.

Arrivato in Italia nel 1971 dal Cile, si era trasferito a Ripatransone nell’Ascolano nel 2003. Lì nel 2008 aveva realizzato la scultura in terracotta policroma raffigurante l’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli che adorna la parte frontale dell’Altare della Chiesa Parrocchiale Madonna di Fatima. Fu poi lui stesso ad illustrare il significato della sua opera nella cui realizzazione volle ispirarsi fedelmente al testo dei Vangeli e ai principali elementi della tradizione ebraica e cristiana.

I ricordi

«La nostra Comunità Parrocchiale si unisce ai sentimenti di sua Moglie Loredana, dei suoi familiari e di tutti i suoi amici – fanno sapere dalla parrocchia Madonna di Fatima – affinché egli che in vita, attraverso le suo opere e la sua arte, ha sempre cercato di descrivere il Volto e l’Immagine di Dio nostro Padre, di Gesù, nostro Salvatore, e di Maria nostra Madre, possa essere ora accolto a contemplare la Santissima Trinità nell’Eternità Beata». 

«Siamo sconvolti nell’annunciare la scomparsa del nostro socio lo scultore  maestro Sergio Tapia Radic – dicono dall’associazione culturale Arca dei Folli di Cupra Marittima – è venuta a mancare una figura maestosa d’uomo e artista, animo gentile, raffinato artista scolpiva poesia, immaginava l’ opera da realizzare come un ritratto del mondo filosofico sotteso ad ogni fatto. Sergio ci manchi! Tu sei  là dove in tante tue opere sacre hai già raffigurato: il luogo del bene. Siamo vicini a te Loredana, amata moglie della sua vita. Arrivederci amico». 

«Un artista non muore mai – dice l’amico Sergio Voltattorni, poeta e scrittore – lo scultore cileno che (con sua moglie Loredana) aveva deciso di vivere e “creare” nelle Marche, terra che sentiva intimamente anche sua, prima a Ripatransone, sulle nostre colline picene, poi a San Marcello nell’anconetano. Da anni combatteva contro una brutta bestia, ma ha lavorato “producendo” bellezza d’altri tempi fino all’ultimo. In segno della nostra amicizia e stima (reciproca) gli avevo dedicato alcuni scritti e una poesia.  A me che di solito le parole non mancano… stavolta non le trovo». Tante le opere realizzate nel corso della sua vita, intensa e ricca di incontri che l’hanno segnata come quello con Pablo Naruda, testimonianze di una grande profondità spirituale ed emotiva. Nel 2019 aveva collaborato con la Fondazione Carisj di Jesi, con cui aveva organizzato una straordinaria mostra permanente a Palazzo Bisaccioni, esplorando la sua dimensione spirituale. 

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