JESI – Il decesso di Maddalena Urbani, la terzogenita del medico eroe della Sars trovata morta a 20 anni in un appartamento in via Tomba di Nerone a Roma lo scorso 27 marzo a causa di un mix di droghe e psicofarmaci, non è stato accidentale, ma omicidio volontario. Ne sono convinti i giudici del Tribunale del Riesame di Roma che hanno confermato la detenzione al carcere di Regina Coeli per Rajaz Abdulaziz, il siriano di 64 anni indagato per la morte della ragazza.
Maddy era stata trovata esanime nell’appartamento in cui l’uomo stava scontando una pena agli arresti domiciliari per spaccio. Durante il sopralluogo della Squadra mobile erano stati rinvenuti eroina e metadone, per cui il siriano era stato rinchiuso in carcere per l’accusa di spaccio. Il 10 luglio scorso, al siriano era stato notificato in carcere un nuovo provvedimento di custodia cautelare emesso su richiesta del sostituto procuratore Pietro Pollidori e del procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, firmato dal Gip il quale, in un passaggio, evidenziava come «fra la vita di una ragazza di 20 anni e le sue attività illecite, Rajaz Abdulaziz ha scelto queste ultime».
Oggi, la conferma della detenzione in carcere, poiché secondo i giudici del Riesame l’uomo non ha voluto soccorrere Maddalena agonizzante pertanto si esclude l’omicidio colposo, come aveva provato a sostenere la difesa.