CUPRAMONTANA – Un silenzio irreale ammanta l’uliveto della Romita, mentre il sole che filtra dipinge di luce tutto quel verde.
Nella penombra una macchia bianca, la giacca di Ljuba, la mamma di Mariya, che stamattina, 14 ottobre, si è recata, accompagnata dalla sorella giunta due giorni fa a Cupramontana, nel luogo dove sua figlia ha chiuso per sempre gli occhi.
Il giorno dopo non è un giorno come gli altri. La striscia d’asfalto di via Eremo della Romita corre libera adesso, dopo il via vai di mezzi e di persone che hanno scandito le ore senza fiato di ieri, a partire dalle 16.30, quando tutta la zona era stata posta sotto sequestro per il ritrovamento del corpo della 19enne. Tutto tace, ora, tutto è compostamente fermo.
La signora Ljuba se ne va poco dopo le 11.30. La incrociamo, sul viottolo che conduce all’uliveto, salutandola ma senza ricevere risposta. Quando le esterniamo le nostre condoglianze, pur continuando a camminare per andarsene, ci risponde con un «grazie» a mezza voce. Ma è tale il silenzio che quella parola giunge chiara e dolorosa.
La macchina, una Toyota Yaris, è parcheggiata ai bordi della strada, accanto a un’abitazione. Il tempo di riportarsi sulla carreggiata e le due donne se ne vanno.
Intorno all’ulivo dove è stata ritrovata la povera Mariya c’è ancora disteso il nastro bianco a rosso che delimita una zona ampia. La pianta è nel secondo filare, a pochi metri dalla strada, il nastro arriva sino al quinto.
Ai piedi dell’albero contorto, erba calpestata, residui di una busta che conteneva guanti di plastica, il cappuccio nero di una penna. Qualche fungo, lucertole che si arrampicano, insetti che volano. E le olive, non ancora raccolte, appese ai rami.
Qui si è suicidata Mariya, impiccandosi con la sua sciarpa verde. Sembra impossibile, in un posto che trasuda quiete e vita.
Le luci, le parole, le voci, le speranze, i collegamenti tv, gli appelli, gli avvistamenti, le ricerche. Tutto spento.
Intanto è stata disposta per lunedì prossimo, 16 ottobre, dalla Procura di Ancona, l’autopsia sul corpo della giovane di origine ucraina.
Adesso è solo il tempo del dolore. E del silenzio.