JESI – Camion vela contro l’eutanasia, Agnese Santarelli (Jesi in Comune) interroga la giunta, ma le risponde il Popolo della Famiglia.
Domani, 25 ottobre, l’amministrazione Bacci dovrà chiarire al movimento d’opposizione se ha autorizzato i manifesti comparsi in occasione della festa della Famiglia dei giardini pubblici.
Ma c’è chi precorre i tempi e accende la miccia. «Il consigliere Santarelli farebbe bene ad informarsi prima di presentare interrogazioni al Sindaco», l’attacco di Gabriele Cinti, vicepresidente del Popolo della Famiglia Marche. Non manca, ovviamente, la replica dell’esponente di minoranza.
«La campagna di sensibilizzazione con i camion vela sul tema dell’eutanasia -spiegano i promotori – è stata coordinata dal Popolo della Famiglia in collaborazione con l’Associazione Pro Vita, nelle province di Ancona, Pesaro e Macerata ed è stata sostenuta anche con il nostro contributo. Per quanto riguarda la logistica, ci siamo affidati ad una ditta del settore che non ha avuto nessun rilievo da parte delle autorità competenti al controllo. È strano invece sentire una esponente di un partito di sinistra parlare in difesa della legge sull’eutanasia, che è bene ricordarlo, nel caso il consigliere non lo sapesse, fu applicata per la prima volta in Germania dai nazisti, prima ancora che iniziassero a perseguitare gli ebrei, per l’eliminazione di malati mentali e disabili. Giusto per precisare: In Italia, dati ISTAT, dal 2017 sono presenti oltre 12.000 case di riposo che ospitano circa 320.000 persone, lo 0,06% del totale della popolazione italiana. Niente ci vieta di pensare che quelle tra le 320.000 che gravano sul nostro sistema di welfare ( amministratore di sostegno e spese pagate dai Comuni) possano essere soggette ad eutanasia per il “loro miglior interesse” grazie a questa legge».
Cinti, con riferimento a uno dei manifesti oggetto del contendere, sottolinea che «Alessandro, 18 anni bullizzato, ragazzo sano e con una vita davanti, grazie alla depenalizzazione dell’art 580 c.p. potrà chiedere di essere aiutato a morire a causa della sua grave sofferenza psicologica e potrà essere esaudito. Questo vuole il consigliere comunale di Jesi in comune – Laboratorio sinistra?».
«Il signor Cinti dovrebbe, prima di tutto, imparare ad utilizzare le parole in modo corretto e a rivolgersi alla sottoscritta come “la consigliera comunale” , ma immagino che per chi scrive certe cose sia difficile accettare la parità tra i generi – la risposta di Agnese Santarelli -. La campagna di sensibilizzazione, come la definisce l’esponente del PdF, in realtà è una campagna folle contro la libertà individuale, contro il principio di autodeterminazione e contro la dignità, nella vita ed anche nella morte. Una campagna offensiva, persino dell’intelligenza della persone, costruita sulla strumentalizzazione del dolore e sulla falsificazione della realtà. Consiglierei infine al signor Cinti di trattare con cura certi temi, perché immagino conosca i rapporti tra l’associazione pro life e l’estrema destra fascista di questo paese. Ma magari non se ne vergogna neppure».