Attività produttiva in crescita, ma sotto la media nazionale, vendite robuste con il traino della domanda estera con rallentamenti di fine anno, dinamica occupazionale in linea con quella nazionale, aziende disposte a sperare nel miglioramento. È la fotografia del “Rapporto 2018 sull’industria marchigiana” a cura del Centro Studi di Confindustria Marche in collaborazione con UBI Banca, presentato oggi a Jesi presso il centro direzionale Esagono da Roberto Gabrielli responsabile Macro Area Territoriale Marche Abruzzo UBI Banca, di Claudio Schiavoni presidente Confindustria Marche, dell’assessore regionale Angelo Sciapichetti e di numerosi imprenditori e amministratori.
All’interno dell’incontro, Marco Cucculelli dell’Università Politecnica delle Marche ha offerto un interessante focus sui mercati più interessanti per sviluppare il business all’estero. Si è inoltre parlato di “crescita e competitività” con le video interviste ai presidenti confindustriali delle regioni che ‘tirano’ la locomotiva dell’economia nazionale – Lombardia, Veneto e Emilia Romagna – per chiudere con gli spunti di riflessione dati da Carlo Alberto Carnevale Maffé (docente di Strategia presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi) intervistato dal giornalista Luca Pagliari.
Secondo il report, nel 2018 la produzione industriale è aumentata dell’1,2% (in Italia +1,8%), con una crescita costante fino all’estate, ma in contrazione in chiusura d’anno; variazioni positive sono state registrate in tutti i settori fatta eccezione per le calzature (-0,3%). L’attività commerciale (+1,8%) documenta una crescita robusta nel corso del primi sei mesi dell’anno che si è andata affievolendo in chiusura d’anno: le vendite interne sono aumentate dello 0,7%, le vendite all’estero sono cresciute del 2,9% con consistente slancio del Legno e Mobile (+6,7%).
Ma l’export è in contrazione del 0,9% rispetto al 2017, influenzato dalla performance del settore farmaceutico (-10,8%), meglio le esportazioni verso Germania e Francia che in paesi extra Ue, stazionarie le vendite in Cina. La situazione del mercato del lavoro nelle Marche è risultata in linea con quella italiana, occupati in crescita (+3,6%), e tasso di disoccupazione che scende all’8,1% (10,6% nel 2017) inferiore alla media italiana (10,6%), tasso di disoccupazione giovanile al 22,1% (32,2% in Italia). In crescita gli investimenti (+5,5%). Secondo le previsioni degli operatori, il livello dell’attività economica continuerà a recuperare nel corso del 2019, grazie in particolare al contributo ancora favorevole della domanda estera.
«Il 2018 – ha detto Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche – si è aperto all’insegna della ripresa dell’industria manifatturiera marchigiana che è proseguita fino all’inizio dell’estate ma si è chiuso con una contrazione dei livelli produttivi. La dinamica è rimasta costantemente meno brillante di quella nazionale. Quello che ci preoccupa ancora di più è che stiamo perdendo terreno nei confronti delle regioni più competitive, che di fatto rappresentano la locomotiva del Paese, come la Lombardia, il Veneto e l’emilia Romagna. Cito solo alcuni dati: rispetto al 2007 (anno pre-crisi) nel 2017 il PIL delle Marche è ancora inferiore dell’11,6%, quello del Veneto del 3,4%, quello dell’Emilia Romagna del 2,1% mentre quello della Lombardia è cresciuto dell’1,7%. E ancora: le esportazioni delle Marche nel 2018 sono risultate in flessione dello 0,9% mentre quelle del Veneto sono cresciute del 2,8%, in Emilia del 5,7%, in Lombardia del 5,2%.»
«Se Le Marche faticano, l’Italia non brilla – ha rimarcato Schiavoni -. Nell’anno appena chiuso siamo tornati a crescere, è vero, ma il divario con altri paesi europei non è diminuito ed anzi nel 2018 la crescita economica dell’Italia è stata la più bassa di tutta l’Unione Europea. Occorre ripartire con realismo e consapevolezza riportando al centro la questione industriale, perché il futuro dell’industria è il futuro dell’Italia. Per questo il sistema Confindustria ha iniziato il confronto con i Parlamentari Europei, i candidati e le segreterie dei partiti per presentare la nostra piattaforma strategica ‘Riforme per l’Europa, le proposte delle imprese».
«Il Rapporto 2018 sull’Industria delle Marche – ha commentato Roberto Gabrielli di Ubi Banca – mostra dai abbastanza positivi, c’è stata una crescita ma non così forte come si registra in altre regioni italiane. Una crescita che è ben presente, nelle Marche, in alcuni settori come la meccanica di precisione che è il nostro fiore all’occhiello, e come anche il settore del turismo e quello tessile. Soffrono ancora altri segmenti preziosi dell’economia regionale, come nel caso dell’edilizia che non riesce a ripartire anche per i ritardi della ricostruzione post terremoto che sta avviandosi adesso. In questa situazione il sistema bancario vuole essere ben presente, cerchiamo di lavorare con umiltà puntando su una maggiore trasparenza, coesione e collaborazione con le imprese e gli attori pubblici e privati dell’economia regionale. Importante è che la banca venga vista come un player di supporto».
Secondo i risultati delle Indagini Trimestrali del Centro Studi di Confindustria Marche, si legge, alla voce Attività produttiva, che la produzione industriale è cresciuta dell’1,2% rispetto all’anno precedente, risultato meno brillante di quello rilevato a livello nazionale (+1,8%). Nonostante la contrazione dei livelli produttivi in chiusura d’anno, nella media del 2018 quasi tutti i settori hanno registrato variazioni positive della produzione, fatta eccezione per le Calzature (-0,3%). Sensibile la crescita mostrata da Legno e Mobile (+2,2%), Tessile Abbigliamento (+1,9%), Alimentare (+1,9%) e Meccanica (+1,8%); più contenuta quella di Minerali non metalliferi (0,5%) e Gomma e Plastica (+0,1%).
Alcuni momenti del “Rapporto 2018 sull’industria marchigiana”
Attività commerciale, domanda interna ed export
L’industria marchigiana chiude il 2018 con una crescita dell’1,8% in termini reali dell’attività commerciale complessiva rispetto al 2017.
Entrambe le componenti della domanda hanno sperimentato una crescita robusta nel corso del primi sei mesi dell’anno che si è andata affievolendo in chiusura d’anno. Nella media del 2018, le vendite sul mercato interno sono aumentate dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Variazioni positive e superiori alla media hanno interessato Tessile Abbigliamento (+2%), Macchinari e Apparecchi elettronici (+2%), Alimentare (+1,6%) e Prodotti in metallo (+0,9%) mentre più contenute sono risultate quelle di Minerali non metalliferi (+0,7%) e Calzature (+0,1%). In flessione invece le vendite sul mercato interno di Apparecchiature elettriche e per uso domestico (-0,8%), Legno e Mobile (-0,4%), Gomma e Plastica (-0,6%).
È proseguita, nel corso del 2018, la crescita dell’attività commerciale sull’estero anche se in progressivo rallentamento nella seconda metà dell’anno: nella media del 2018 le vendite hanno mostrato un incremento del 2,9% rispetto al 2017. Consistente, e superiore alla media, l’incremento registrato da Legno e Mobile (+6,7%), Alimentare (+3,5%), Meccanica (+3,3%); più contenute le variazioni delle vendite sperimentate da Tessile-Abbigliamento (+2,7%), Calzature (+2%). Stazionaria l’attività commerciale sull’estero dei Minerali non metalliferi (+0,1%) mentre in leggera flessione quella della Gomma e Plastica (-0,6%).
Nel 2018 le esportazioni delle Marche hanno registrato una contrazione dello 0,9% rispetto al 2017, risultato in controtendenza sia rispetto alla media nazionale che a quella della ripartizione dell’Italia Centrale. Anche quest’anno l’andamento delle vendite all’estero della regione è stato fortemente influenzato dalla performance del settore farmaceutico (-10,8%) al netto della quale le esportazioni avrebbero registrato un leggero aumento (+0,6%).
Il peso dell’export della regione sul totale nazionale è diminuito passando dal 2,6% al 2,5% rispetto all’anno precedente. In crescita sono risultate le vendite verso i Paesi Ue (+2,8%) mentre hanno registrato una flessione quelle verso i Paesi extra Ue (-6,0%).
Tra i Paesi dell’UE si segnala la crescita delle esportazioni verso la Germania (+2,1%) e la Francia (+7,5%), primi due paesi di destinazione con, rispettivamente, il 10,9% e il 9,7% del totale dell’export regionale.
In flessione invece le esportazioni verso il Belgio (-5%) e gli Stati Uniti (-6,1%), che si collocano, rispettivamente, in terza e quarta posizione nella graduatoria dei paesi di destinazione delle esportazioni marchigiane, il Regno Unito (-2,4%), la Russia (-8,6%), la Turchia (-8,1%). Stazionarie le vendite in Cina (-0,1%) il cui peso sul totale è pari al 2,5%.
A livello provinciale solo Pesaro Urbino e Ancona hanno registrato un incremento delle esportazioni, rispettivamente del 5,5% e dell’1,1%, mentre le altre province hanno sperimentato flessioni: Macerata (-1,2%), Fermo (-5,3%), Ascoli (-8,1%).
Il mercato del lavoro
Nella media del 2018 la situazione del mercato del lavoro nelle Marche è risultata in linea con quella italiana. Gli occupati sono cresciuti di circa 22.000 unità pari a +3,6% rispetto al 2017 grazie all’incremento di 11.900 unità tra gli uomini (+3,4%) e di 10.100 unita tra le donne (+3,8%). Guadagna 2,5 punti, rispetto al 2017, il tasso di occupazione regionale passando dal 62,2% al 64,7%. Nella media 2018 l’occupazione risulta in aumento in tutti i settori produttivi anche se con intensità diverse: +12.800 unità nei servizi (+3,4%), +6.200 nell’industria in senso stretto (+3,3%), +1.600 nelle costruzioni (+4,8%), +1.300 in agricoltura (+9,1%). L’offerta di lavoro è risultata in crescita dello 0,8% pari a 5.300 unità e il tasso di attività ha guadagnato nove decimi di punto raggiungendo il 70,5% (69,6% nel 2017).
In sensibile flessione il numero di persone in cerca di lavoro (-23% pari a 16.700 unità in meno). Il tasso di disoccupazione scende all’8,1% (10,6% nel 2017) e risulta inferiore di circa due punti percentuali e mezzo (8,1% rispetto al 10,6%) rispetto alla media italiana.
Il tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni nelle Marche si attesta al 22,1% (32,2% in Italia), mostrando una flessione di oltre due punti percentuali rispetto al 2017 (24,2%).
Nel corso del 2018 le ore di cassa integrazione sono diminuite del 47,1% rispetto al 2017 passando da 20,2 milioni circa a 10,7 milioni.
Investimenti
In crescita, nel 2018, il consuntivo di spesa per investimenti delle imprese marchigiane, con risultati positivi diffusi – seppure con diversa intensità – tra le imprese di diverse dimensioni, nonché tra le imprese con attività rivolta prevalentemente sul mercato interno. Sulla base dell’indagine condotta presso un campione di imprese industriali marchigiane, nel 2018 gli investimenti sono aumentati del 5,5% rispetto al 2017 (9,7% nel 2017).
I miglioramenti osservati sul fronte della domanda interna, associati ad una dinamica esportativa intensa in alcuni settori e mercati, hanno favorito il mantenimento di un profilo buono degli investimenti anche nel 2018, con la terza variazione positiva annuale dal 2016.
Fortemente differenziato il quadro delle variazioni registrate tra le diverse tipologie di investimento. Ancora in crescita, rispetto al 2017, la componente fissa, con un significativo aumento degli impianti e macchinari (12,9%), dei mezzi di trasporto (24,9%), hardware e software (10,4%). Aumenti più contenuti per la pubblicità (1,0%), ricerca e sviluppo (4,2%) e la formazione (2,2%). In calo gli immobili (-3,3%).
Le previsioni per il 2019 sono orientate verso un contenuto incremento della spesa complessiva (1,1%), che risente in negativo del rallentamento della domanda interna e internazionale, della accresciuta instabilità macroeconomica e della dinamica incerta delle agevolazioni fiscali. Secondo i piani aziendali, la spesa per investimenti dovrebbe rallentare in tutte le componenti fisse e mostrare invece segni positivi nelle componenti immateriali.
Previsioni 2019
Secondo le previsioni degli operatori, il livello dell’attività economica continuerà a recuperare nel corso del 2019, grazie in particolare al contributo ancora favorevole della domanda estera.
Restano generalmente migliori le previsioni per le imprese di media e più grande dimensione e per quelle più aperte ai mercati esteri. Per il 2019 gli imprenditori marchigiani prevedono una crescita dell’1,1% della produzione rispetto all’anno precedente mentre le stime relative al fatturato nominale mostrano, nella media dell’industria, un recupero compreso tra l’1,6% per il mercato interno e l’1,2% circa per il mercato estero.