Jesi-Fabriano

Marchetti: «La viticoltura è il presente e il futuro delle Marche»

Intervista al presidente di Moncaro, la maggiore cantina della regione: « Il vino rimane la fonte principale di reddito per le nostre imprese agricole»

La cantina Moncaro (foto di Rosaria Filippetti)

MONTECAROTTO – «Il futuro agricolo nelle Marche è sicuramente nella viticoltura. E soprattutto negli investimenti in agricoltura». Doriano Marchetti non ha dubbi in merito. «Questa è una regione fra le più attive nel settore», afferma il presidente di Moncaro,  la maggiore cantina marchigiana con i suoi 1054 soci e un fatturato di 24,7 milioni di euro nel 2016, derivante per il 53% dall’export (oltre 40 paesi di destinazione). I punti di forza? «La produzione dei vitigni autoctoni, l’utilizzo di metodi di coltura biologica senza l’uso di sostanze di sintesi, la classificazione dei vigneti in base alle loro caratteristiche pedologiche e microclimatiche – spiega sempre Marchetti -. Con 1.300 ettari di vigneti, in parte di proprietà aziendale, Moncaro garantisce al meglio la continuità qualitativa della produzione sotto la guida degli enologi Giuliano D’Ignazi e Riccardo Cotarella».

Presidente Marchetti, qual è l’andamento del mercato del vino?
«Per quanto riguarda Moncaro, sia il mercato Italia, sia l’export, sono in crescita. Invece, per quanto riguarda il mercato del vino in generale, la flessione dei consumi continua a farsi sentire. Il vino italiano cresce all’estero, ma la crescita riguarda i vini spumanti, in particolare il prosecco. In questo scenario, i buoni risultati di Moncaro dipendono dall’affermazione del brand aziendale e da quello del verdicchio dei Castelli di Jesi, un vino sempre più apprezzato, grazie ai risultati qualitativi indiscutibili. Basti pensare che di recente il nostro Verdicchio Passito “Tordiruta”, già noto per essere salito sui podi internazionali delle maggiori competizioni enologiche, è stato selezionato tra le migliori etichette al mondo, ed è stato servito alla cena dei premi Nobel a Stoccolma. In un contesto cioè, storicamente appannaggio dei vini francesi».

Quanto conta il rapporto con le istituzioni?
«Moltissimo. Il nostro è un rapporto in salute. In particolare la Regione sta lavorando bene nella promozione dei vini marchigiani attraverso strumenti “ad hoc”».

Doriano Marchetti, presidente Moncaro

Altro aspetto da non tralasciare è il legame con il territorio..
«Certamente. Esso è fondamentale in questo settore. Noi siamo presenti a tutte le manifestazioni del vino a livello nazionale, ma anche locali. Siamo riusciti a portare l’arte in cantina, con mostre di scultura, musica e pittura, privilegiando artisti locali.  D’altronde Moncaro produce esclusivamente vini prodotti con vitigni autoctoni, cioè specifici del proprio territorio di origine. Una strategia forse più laboriosa, che con caparbietà, anno dopo anno, ha dato buoni frutti. I turisti che passano in cantina hanno a disposizione un intero percorso che parte dalla visita alla bottaia di affinamento, per arrivare alla degustazione nel nostro wine bar. Inoltre, siamo una delle poche aziende marchigiane a poter vantare un ristorante con cucina di mare immerso nei vigneti. Insomma, un fiore all’occhiello per il territorio. Quando si parla di turismo del vino, sono questi i fatti che contano. I nostri soci mettono a disposizione dei turisti un vasto patrimonio ricettivo, fatto di agriturismi che forniscono pernottamenti e ristorazione di qualità in una delle campagne più belle del mondo».

Vigne Moncaro a Montecarotto (foto di Rosaria Filippetti)

A breve aprirà anche il Polo Enogastronomico regionale a Jesi, cosa ne pensa?
«Il polo enogastronomico regionale sarà molto utile e importante. Una bella vetrina per il territorio e per la città di jesi, che potrà offrire in un unico posto tutte le eccellenze del territorio».

Cena sociale alla Cantina Moncaro con tutti i dipendenti

Quali saranno gli sviluppi futuri del settore?
«Il futuro agricolo nelle Marche è sicuramente nella viticoltura. E soprattutto negli investimenti in agricoltura. Il vino rimane la fonte principale di reddito per le nostre imprese agricole, e il sostegno all’imprenditoria agricola è fondamentale. In particolare, il futuro sarà nel biologico, un segmento in continua crescita. Moncaro e le Marche hanno tutte le carte in regola da questo punto di vista. Rappresentiamo una delle regioni più attive nel settore. Moncaro ha sempre svolto un ruolo da pioniere nella coltivazione biologica. La pratica del basso impatto ambientale, infatti, era già praticata dai nostri soci nel 1980, cioè da prima che esistesse una regolamentazione normativa del regime di coltura biologica. A questa scelta strategica abbiamo unito un importante investimento nel fotovoltaico, che ci ha portato a coprire una quota importante del nostro fabbisogno energetico. L’attenzione alla sostenibilità ambientale è andata di pari passo con la ricerca scientifica, che ci ha permesso di triplicare la produzione dei vini senza solfiti aggiunti».