Jesi-Fabriano

Massimo Bacci: «Puntiamo alla “città intelligente”, dotata di video sorveglianza nell’intero perimetro»

Dopo la zuffa tra minorenni ai giardini, il sindaco di Jesi prende posizione in merito al problema sicurezza e convivenza civile. L'assessore Marisa Campanelli: «Situazione preoccupante»

Il sindaco di Jesi, Massimo Bacci
Il sindaco di Jesi, Massimo Bacci

JESI – Lo spunto deriva dall’ultimo fatto di cronaca con in primo piano due ragazze minorenni che si azzuffavano ai giardini, incitate da una folla di coetanei.

Per poi allargarsi a quello che dovrebbe essere il concetto di “città sicura“, quella città, cioè, che tende a migliorare la qualità della vita e a soddisfare le esigenze dei suoi cittadini. Una panoramica che viaggia sul filo dell’educazione comportamentale e della deterrenza nei confronti di situazioni che deteriorano la normale convivenza civile.

«La reazione di fronte a quanto successo ai giardini pubblici dell’antistadio – afferma il sindaco di Jesi, Massimo Bacci – è una presa d’atto di una situazione che nei più giovani sta degenerando. Credo, perciò, che le azioni da fare siano due. La prima, importante e fondamentale, è a livello educativo. Far capire a questi ragazzi che quel tipo di comportamento non è assolutamente accettabile. C’è bisogno di una collaborazione stretta, per quello che può fare il Comune, con la scuola».

I giardini pubblici dell’antistadio

E l’attuale Giunta si è dotata di un assessorato dedicato ai giovani, con Marisa Campanelli, «che mette in primo piano proprio l’istruzione, i servizi educativi, l’educazione civica. Per lavorare educando in maniera diversa i ragazzi, essere a supporto della scuola con iniziative che vanno in quella direzione».

Poi, in senso generale, c’è la deterrenza, coniugata con la tanto discussa video sorveglianza.

«Le telecamere “condizionano” con la loro presenza chi non si comporta come sarebbe consono, perchè poi viene individuato. E lo abbiamo visto nelle zone di Porta Valle e quella della stazione ferroviaria».

Ma non bastano, perché, come si è visto ai giardini pubblici, e quella è solo la punta di un iceberg, ci sono luoghi che ne avrebbero bisogno e che non possono essere lasciati scoperti. Stamattina, ad esempio, in quel parco c’era chi scorazzava liberamente con un ape car senza tanti riguardi per il posto nel quale si trovava.

«C’è una volontà fortissima da parte dell’Amministrazione – spiega il primo cittadino – di rivedere l‘illuminazione pubblica e, contestualmente, dotare la città di una video sorveglianza puntuale, analitica, sul territorio, che ci permetta di essere “controllori” di quanto accade».

Impianto di video sorveglianza a Porta Valle

E nel programma c’è anche «la zona dei giardini pubblici che doteremo di telecamere. Stiamo lavorando a un progetto molto grande. Credo che sarà una delle iniziative più significative di questa consiliatura. Rivisitazione della pubblica illuminazione, sia per efficientare il sistema che per un risparmio di consumi. Quindi, l’installazione della video sorveglianza in tutto il perimetro cittadino, l’inserimento di dotazioni – controllo del traffico, dei parcheggi – che permettano alla città di conformarsi quale “città intelligente“, come avviene in una parte significativa dell’Italia del nord. Essere in linea e al passo con la tecnologia attuale. Questo sarà il grande salto di qualità. Abbiamo già lavorato per la progettazione dell’illuminazione pubblica, stiamo lavorando sulla video sorveglianza e sul progetto di “smart city“, per attrezzarci di tutto quello che serve per migliorare e rendere più “intelligente” la nostra città».

L’assessore Marisa Campanelli

L’assessore Marisa Campanelli sottolinea come «l’aggressività e la violenza sono diventate la nuova modalità di comunicazione tra i giovani. Le cause sono molteplici, per cui loro sono abituati sin da piccoli ad assistere a fenomeni violenti anche attraverso i video giochi. La società propone continuamente immagini aggressive. Sicuramente non c’è una modalità di comunicazione che rispetti l’altro e quello che è peggio è che questa modalità aggressiva viene incitata. Si tratta di una situazione molto preoccupante, dovremo intervenire nelle scuole, nelle famiglie, perché ci sia soprattutto una cultura del rispetto dell’altro, oggi completamente persa. I giovani non riescono più a rappresentarsi con quelle che sono le emozioni, le opinioni diverse, e vanno avanti secondo l’istinto e l‘irrazionalità».