JESI – Sta catturando molti appassionati ma anche semplici curiosi la mostra il XXI Congresso Nazionale Ubi, Unione bonsaisti italiani che si terrà fino a domani, domenica 12 marzo, ore 17, all’Hotel Federico II.
Sessantasei piante di diverse specie oltre ai suiseki, gli esemplari giapponesi di rocce modellate da eventi atmosferici. L’umidità del terreno, il muschio che non deve appassire, sono solo alcune delle regole da rispettare per coltivare bene questi gioielli della natura: «Tra le piante più curiose in mostra abbiamo un’Erica arborea che è un’eccellenza tutta italiana – spiega Giovanni Zenobi, studente di Agraria all’Università Politecnica delle Marche – Due Ontani che sono abbastanza rari da vedere bonsai, un melograno, rosmarino, olivi e persino un cipresso che solitamente cresce in alto e invece l’esemplare esposto ha una forma davvero curiosa. Ci sono piante davvero bellissime: è la natura a fare il lavoro più grande, il bonsaista educa i rami, segue delle regole estetiche e le proporzioni. Tra le più difficili da curare ci sono le querce ad esempio perché ha una ramificazione molto lenta». A volere fortemente a Jesi il XXI Congresso Nazionale è stato Diego Fortuna di cui lo jesino Zenobi è allievo. Nella sala adiacente all’esposizione principale, l’ingresso alla mostra costa 2 euro, il workshop con Marco Invernizzi, che ha vissuto in Giappone per quindici anni, allievo del Maestro Kimura, uno dei massimi esperti del settore, e delle lavorazioni dal vivo con interventi dal pubblico e curiosità. All’esterno uno spazio dedicato ai venditori con materiali e piante in vendita. Stasera la premiazione di alcuni degli esemplari più belli.