JESI – «Ha commesso un grave errore e spero che chiarisca al più presto la sua posizione». Il preside del Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” di Jesi, Floriano Tittarelli, commenta così il discusso messaggio inviato agli studenti da un professore di matematica della scuola nel quale sosteneva che «non c’è nessuna emergenza sanitaria». Un messaggio che il docente ha veicolato nel gruppo WhatsApp invitando gli alunni a fare didattica fuori dalla scuola.
«Penso che questa storia del virus abbia proprio rotto le scatole» si legge in un passaggio del messaggio del professore, che prosegue sostenendo che «la tv racconta solo balle» e che «il tampone neanche distingue il tipo di virus Sars da un altro». E ancora: «Perché non venite seduti lungo il corso, davanti alla scuola facendo dad col cellulare per farvi sentire un po’», suggeriva agli studenti, spiegando di voler invitare un giornalista e che con il vaccino in arrivo «inietteranno nanoparticelle capaci di interagire con segnali 5G per il controllo della vostra salute».
Un messaggio che è arrivato sul tavolo del preside, lasciandolo «molto amareggiato». «La scuola si dissocia dalle parole scritte dal professore – prosegue il dirigente scolastico -, ha commesso un grave errore, trascinando tutto l’istituto nella bufera. Si tratta di affermazioni prive di fondamento scientifico e contrarie alle misure governative disposte a tutela della salute pubblica».
Dichiarazioni che il preside definisce «diseducative» nei confronti dei ragazzi, «specie in un momento come l’attuale, con la pandemia di Covid-19 in crescita, e gli studenti a casa per la didattica digitale. Un messaggio che li destabilizza ancora di più, vista anche la concomitante situazione complessa che gli studenti stanno affrontando sul fronte didattico». Per questo il preside sta «verificando i fatti per fare chiarezza sull’accaduto» per vagliare se ci sono gli estremi per procedere a un eventuale provvedimento disciplinare. «So che il professore si è scusato successivamente sul gruppo» prosegue Tittarelli, che tiene però a sottolineare «la maturità e lo spirito critico mostrati dai ragazzi che non hanno risposto all’appello di fare lezione davanti alla scuola e questo evidenzia che abbiamo lavorato bene con loro».