JESI – «Non esagero quando dico che viviamo nel terrore da due anni e mezzo… mia moglie e le mie due figlie (minorenni) in questo periodo ne hanno viste di tutti i colori e quando vanno in giro si guardano intorno, hanno paura di incontrarla…». Hanno paura di incontrare una loro ex vicina di casa, una donna 50enne che nel corso del tempo si sarebbe resa protagonista di episodi gravi ai danni di una famiglia jesina. Ce la racconta direttamente lui, il capofamiglia, un libero professionista di 52 anni che più volte l’ha denunciata sia ai carabinieri che alla polizia. «Eravamo vicini di casa da molti anni – racconta –, era un bel rapporto, fino al 2019 quando improvvisamente si è incrinato e non so neanche il perché. Presumo sia per via dell’appartamento della nostra vicina, lei voleva venderlo. Il prezzo era alto, non trovava acquirenti così ho fatto un finanziamento e mi sono prodigato per l’acquisto. Tutto ok fino a due giorni prima del passaggio quando lei, inspiegabilmente, ci ripensa con una scusa. Quando scopro che ci ha raccontato una bugia gliene chiedo conto e sono iniziati i guai».
La famiglia avrebbe raccolto filmati col cellulare e telecamere. «Ci suonava il campanello in piena notte, urlava e camminava con i tacchi di sera anche se le bambine avevano scuola il giorno dopo, lanciava vermi contro le nostre finestre e sulla porta di casa mia – dice il 52enne jesino -, ho pazientato, atteso nella speranza che si stufasse. Ma niente. Una sera mentre stavo uscendo di casa è sfrecciata a tutta velocità con la macchina nella stradina dei garage condominiali, ha rischiato di investirmi facendomi sbattere contro il muro. L’ho filmata col cellulare e denunciata. Qualche giorno dopo, mentre stavo attraversando sulle strisce pedonali in città, ho sentito una vettura accelerare e venire verso di me, ed era lei. Mi sono scansato appena in tempo».
Anche la moglie dell’uomo avrebbe subìto vessazioni e minacce, come racconta lui: «In un’occasione ci ha lanciato addosso dei vermi, un’altra sera li ha lasciati davanti alla porta mentre avevamo ospiti a cena. E un giorno, ha incontrato mia moglie in centro con la bambina e l’ha minacciata di gettarle addosso l’acido, c’erano moltissimi testimoni, la bimba si è messa a piangere».
Un altro grave episodio durante la prima ondata pandemica, quando il covid spaventava e uccideva. «Lei era positiva – continua –, di notte è scesa nel pianerottolo e ha sputato sulla porta di casa mia con l’obiettivo di farci ammalare. Le telecamere che ho fatto installare tutto intorno casa hanno registrato tutto, l’ho denunciata di nuovo. Mia moglie e le bambine erano terrorizzate».
Nel 2020 la famiglia si trasferisce al mare, «era invivibile stare a casa con lei che ne combinava di tutti i colori» e arriva l’ammonimento del questore. Ma la donna si sarebbe incattivita, secondo il racconto del capofamiglia: «Ci ha incontrati a Natale in centro e ha iniziato a seguirci e urlarci contro. Poi un mese fa ha inseguito in auto mia moglie mentre portava la bambina a scuola. Sono seguite altre denunce».
Intanto, in primo grado il Pm ha chiesto l’archiviazione ritenendo che si trattassero di normali liti condominiali, ma il Gip ha rigettato la richiesta dopo l’opposizione. «Sono stato costretto a cambiare casa, le mie figlie piccole sono spaventate e mia moglie vive guardandosi attorno col timore di ritrovarsela vicina. Non mi sento tutelato dalla giustizia. Viviamo nella paura».