JESI – Sotto il sole che morde, gli scavi a Piazza Colocci continuano. E pure le sorprese. A venire alla luce, stavolta, un reperto misterioso, ancora da classificare: impossibile comprendere quale fosse la sua funzione.
Si tratta di un grosso anello che al suo interno contiene altri anelli di catena e di una punta a forma di lancia o freccia molto grande. Tutto in metallo. L’unica cosa che sembra essere certa è che appartiene al periodo medievale, visto lo strato interessato dal ritrovamento.
«Lo abbiamo trovato stamattina, 4 agosto – spiega Matteo Tadolti, presidente della cooperativa Abaco che segue gli scavi – Sicuramente è qualcosa che era stata gettata via perché si trova nel riempimento a ridosso di una porticina». Il problema è capire, appunto, cosa sia, a cosa servisse, o cosa rappresenti. «Non ho mai visto un reperto di questa fattispecie e non credo fosse un oggetto da parata, probabilmente più da utilizzo: serviva a qualcosa. Magari uno strumento per l’edilizia. In questo momento non ho termini di confronto».
È importante continuare la ricerca, «perché scavando ancora potrebbe venire alla luce altro che ci potrà permettere di ricostruire il manufatto e capirne la funzione. Attendiamo l’intervento del restauratore». Intanto, a passerella installata, ci si prepara alle visite guidate, in programma a partire dal 16 agosto, accompagnati dall’archeologo jesino Alessandro Biagioni.
E anche questo ritrovamento, che va ad aggiungersi agli altri – la struttura muraria in primis, con un piccolo ingresso, la moneta, un focolare, ossa di animali – non può che far alzare ancora di più il termometro dell’interesse per lo scavo.