JESI – Una bottiglia molotov davanti ai cancelli della Cgil di via Colocci. Un gravissimo atto intimidatorio che desta sconcerto e paura tra gli addetti della Camera del Lavoro, alcuni dei quali questa mattina (14 ottobre), si trovavano all’interno della sede mentre l’ordigno artigianale stava bruciando e non si sarebbero accorti di nulla. «Per fortuna non l’hanno lanciata e per fortuna non è esplosa – dice il dirigente provinciale Cgil Giampiero Pelagalli – da dentro gli uffici non ce ne siamo accorti finché un uomo che stava portando a spasso il cane non è entrato avvisandoci e dicendo di averla spenta. Siamo profondamente scossi, la Camera del Lavoro è sempre stata aperta, solidale e accogliente verso tutti anche durante la pandemia con tutti gli accorgimenti necessari, in sei anni che sto qui a Jesi non era mai accaduta una cosa del genere, mai avuto sentore di qualche minaccia». La Cgil ha sporto denuncia contro ignoti e dalla sede di Jesi hanno annunciato che installeranno delle telecamere.
«Quanto avvenuto si riallaccia ai gravi fatti di Roma – dice il sindaco Massimo Bacci – c’è in atto una situazione molto preoccupante tra la questione green pass, i no-vax e le strutture organizzate che si infiltrano in questi contesti con disordini e intimidazioni. Non avrei mai pensato che potesse succedere anche a Jesi, è il momento di alzare la guardia. Mi sono recato alla sede della Cgil di Jesi dove questa mattina è stata trovata una bottiglia incendiaria all’ingresso, fortunatamente inesplosa per il tempestivo intervento di un passante. Al segretario Paolo Grossi ho espresso la solidarietà dell’intera città, le cui solide fondamenta democratiche costituiscono un baluardo insormontabile per qualsiasi estremismo, condividendo con lui le preoccupazioni di questa fase particolarmente delicata per il nostro paese e per chi è in prima linea a difendere il bene pubblico, i lavoratori e, su tutto, i valori della nostra Costituzione». Il sindaco appena qualche giorno fa aveva scritto una lettera al presidente del Consiglio Draghi chiedendo lo scioglimento di tutte le forze neofasciste.
E se la bottiglia incendiaria, subito sequestrata dalla Polizia e dalla Scientifica, non ha prodotto danni per fortuna, il gesto lascia interdetti e mina la serenità della collettività.
Le reazioni
Immediate le reazioni dal mondo politico, associazionistico e industriale jesino e regionale. «Ho appena telefonato alla segretaria della Cgil Marche, Daniela Barbaresi – dichiara il presidente della giunta regionale Marche Francesco Acquaroli – a lei ho espresso solidarietà per quanto è accaduto questa mattina a Jesi, dove è stata ritrovata una bottiglia incendiaria davanti alla sede della Cgil. L’espressione del dissenso e delle diverse opinioni non deve mai sfociare nella violenza e in atti intimidatori che non sono mai giustificabili da qualsiasi parte essi provengano. Il clima di tensione che si sta istaurando nel nostro Paese, che ci riporta alla mente periodi bui a noi lontani, devono farci pensare e devono rafforzare la coesione e l’unità delle istituzioni democratiche contro chiunque voglia metterle in discussione. Abbiamo piena fiducia nel lavoro degli inquirenti affinché possano individuare quanto prima gli autori di questo gesto gravissimo, per consegnarli alla giustizia».
«Il sindacato è un bene comune per la società e architrave della nostra democrazia, dobbiamo difenderlo restando uniti», sono le parole del capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi: «Purtroppo è un altro grave segnale del pessimo clima che si sta instaurando nel Paese e che, evidentemente, inizia a ramificarsi in provincia. Ogni attacco, ogni intimidazione, ogni gesto ostile nei confronti del sindacato è una minaccia rivolta a tutti i lavoratori». «Basta violenze, non si strumentalizzi il malessere sociale – aggiunge la senatrice del Movimento 5stelle Donatella Agostinelli – l’espressione del dissenso è sempre lecita ed è giusto che sia espressa, ma solo a patto che si tenda ad avviare un dialogo costruttivo e pacifico. Azioni di questo genere sono sempre da condannare, a maggior ragione se utilizzano la violenza come modus operandi prediletto».
Solidarietà arriva anche da Confindustria. «Un atto deplorevole e delinquenziale, un attacco inaccettabile», così il presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini definisce l’atto intimidatorio verso la sede della Cgil a Jesi. «Esprimiamo totale e piena solidarietà alla Cgil, ai dirigenti e ai lavoratori e la vicinanza di tutto il sistema industriale del territorio. Non è questo il terreno su cui dobbiamo confrontarci e alzare il livello di tensione può essere solo negativo. Voglio richiamare le parole del nostro presidente nazionale Carlo Bonomi – ha continuato Bocchini – che proprio questa mattina ha nuovamente fatto appello ad un nuovo patto sociale: «La migliore risposta che possiamo dare agli estremismi – ha detto Bonomi – è costruire insieme un grande patto sociale. Il mondo del lavoro è fortemente sotto attacco, così come i corpi intermedi perché stanno cercando di costruire un patto per l’Italia e fare le riforme grazie ai fondi del Pnrr”. Questo è davvero un momento delicato – ha concluso Bocchini – e serve un grande senso di responsabilità da parte di tutti».
«Anche se a volte si sta dalla parte opposta del tavolo, vorrei esprimere i miei sentimenti di vicinanza alla Cgil di Jesi per la vile intimidazione ricevuta – dichiara il senatore Francesco Casoli – la democrazia è nel confronto, a volte può essere aspro, ma deve assolutamente restare sempre civile».
Anche il gruppo di Sinistra Italia Jesi e Vallesina, tramite Agnese Santarelli, esprime solidarietà e vicinanza alla Cgil: «Il sindacato è un luogo di democrazia, è la casa dei lavoratori e delle lavoratrici, dei loro diritti. È la nostra casa. Non un passo indietro di fronte a metodi violenti e fascisti. Anzi, un passo avanti tutti e tutte insieme, verso la manifestazione di sabato a Piazza San Giovanni a Roma. Noi ci saremo».
«Inquietante», così l’Anpi provinciale di Ancona definisce il ritrovamento di una bottiglia incendiaria accesa davanti i cancelli della sede della Cgil di Jesi. «Esprimiamo piena solidarietà alla Cgil di Jesi e a tutta la Cgil già colpita dall’assalto squadrista e fascista – dichiara l’Anpi in una nota – ribadiamo la necessità che vengano immediatamente sciolte tutte le organizzazioni che si rifanno al fascismo». Netta anche la posizione del Partito della Rifondazione comunista: «Il ritrovamento di una molotov davanti alla sede della Cgil di Jesi è un episodio inquietante che va iscritto in questo clima, nella fase attuale culminata con l’assalto alla Cgil nazionale a Roma. Da troppo tempo il riapparire di simboli, bandiere, armi, sono stati presi con superficialità e tolleranza inopportune. Non servono leggi speciali, occorre un indirizzo giusto di quanto già abbiamo nel nostro ordinamento legislativo. Il Prc della Federazione di Ancona esprime la propria solidarietà alla Camera del lavoro di Jesi, convinta che i valori che hanno attraversato la storia di questa organizzazione sindacale siano valori comuni». «Vicine e Vicinǝ alle compagnǝ di Cgil Jesi – scrive la Rete Femminista Marche “Molto+ di 194” – la violenza e l’odio si confondono nell’imperativo resiliente di sopportare tutto e le nostre difese sono solidarietà, cura e lotta sociale. Una difesa a oltranza per fermare la produzione e riproduzione di questo modello di sviluppo che ci costringe a un’inutile quanto dolorosa competizione – a perdere – tra povere».