JESI – Monopattini elettrici, c’è chi li ama e chi già li odia. Da quando sono stati introdotti in città, vi sono persone che li utilizzano quotidianamente, e altri che ne chiedono l’immediata rimozione a seguito di comportamenti scorretti da parte di qualche utente. I numeri non sono stati ancora forniti dalla società Bird, che li ha installati e ne cura ogni dettaglio.
«Il Comune non ha pagato nulla – specifica l’assessore alla mobilità, Cinzia Napolitano -. Questo servizio è totalmente a carico della ditta che lo offre, così come la manutenzione e il funzionamento. Se i mezzi danno problemi è la società che perde il potenziale guadagno derivante dall’utilizzatore. Discorso completamente differente rispetto al bike sharing di qualche anno fa che ogni tanto i nostalgici paragonano». Entra quindi nel dettaglio. «Era il Comune – spiega – a occuparsi della manutenzione e del funzionamento e poteva rivolgersi esclusivamente alla ditta che aveva fornito le biciclette, che chiaramente non aveva la pressante esigenza di farle funzionare e definiva il prezzo. Vi erano postazioni fisse, molto vincolanti, mentre i monopattini possono essere lasciati liberamente e sono monitorati mediante app. Spendevamo circa 5 mila euro annui per le riparazioni con il bike sharing, e altri 2 mila euro di trasporto. Un servizio fuori da ogni logica. Per un po’ abbiamo resistito, poi abbiamo mollato».
L’esponente di giunta difende pertanto la scelta di introdurre i monopattini: «Sono in ogni città, avevamo il dovere di accettare la proposta della Bird, che si fa carico di tutto, per dare la possibilità ai cittadini di testare una mobilità alternativa. I monopattini possono essere presi e lasciati ovunque, in qualsiasi momento, e possono addirittura essere bloccati non appena vengono individuati sulla mappa. Non sono abbandonati, pertanto, è proprio il servizio che funziona in questo modo. È la ditta a ricaricarli».
Qualcosa da affinare, tuttavia, c’è. «Sono d’accordo – riferisce l’assessore Napolitano -. Ad esempio, mi piacerebbe se fossero alla stazione ferroviaria, dove non li ho trovati. Ma sono appena due settimane che li abbiamo a Jesi. Di certo, sentendo anche i commenti in giro, chi ne usufruisce deve rispettare le regole della strada, la segnaletica, ed essere più educato. Qualcuno non si comporta bene, è indubbio. Non credo però si possa demonizzare un servizio perché una minoranza lo usa male».
«Possono usufruire del servizio di Bird – riferisce il Comune – tutti i cittadini a partire dai 14 anni di età, per i quali è prevista l’obbligatorietà del casco fino ai 18 anni. Per utilizzare il servizio è necessario scaricare e installare sul proprio smartphone l’app Bird (disponibile per Android e Apple). Accedendo all’app è possibile localizzare e prenotare il monopattino più vicino, fino a un massimo di 30 minuti. Per sbloccare il veicolo selezionato è sufficiente inquadrare il QR code visualizzato sul manubrio del mezzo. Infine per rilasciarlo a destinazione raggiunta è necessario scattare una foto per dimostrarne il corretto posizionamento, vale a dire nei normali parcheggi per motorini o biciclette e comunque in punti dove non creino ostacolo al passaggio pedonale e a quello veicolare».
I monopattini possono essere noleggiati e rilasciati all’interno dell’area preposta alla circolazione segnalata nella mappa virtuale visibile sull’app Bird. La tariffa del servizio è basata su costo di sblocco del mezzo (1.00€) e sul costo di utilizzo al minuto (0.25€). L’app Bird consente inoltre di prevenire eventuali atti vandalici e parcheggi inappropriati attraverso la funzionalità “Community Mode” a disposizione degli utilizzatori del servizio e della cittadinanza per incentivare un utilizzo dei monopattini elettrici pienamente rispettoso delle regole e del decoro delle vie cittadine.