Jesi-Fabriano

Monsano: petardi sul presepe dei bambini, l’ira del sindaco 

I vandali hanno distrutto il presepe in piazza Mazzini facendo saltare in aria statuine e casette

MONSANO – «Ringrazio chi ci ha ricordato di vivere in guerra». Così inizia lo sfogo del sindaco di Monsano Roberto Campelli (nella foto in basso) dopo il grave atto vandalico compiuto nella notte tra sabato 28 e domenica 29 dicembre in piazza Mazzini. Con uno sconsiderato lancio di petardi, dei vandali hanno distrutto il presepe allestito l’8 dicembre in piazza. Una creazione dei bambini della scuola elementare e materna del paese che come da tradizione ogni anno si impegnano a realizzarlo con le statuine di proprietà del sindaco stesso, ereditate dalla nonna. Dunque la Natività per Campelli ha un doppio legame, non solo dal punto di vista spirituale e di devozione ma anche affettivo. Vedere il presepe danneggiato in quel modo, con le statuine decapitate o addirittura esplose, è stato un colpo al cuore. Uno choc se pensiamo che nei due mandati in cui Roberto Campelli ha amministrato il paese non era mai successo nulla di simile. 

«Non commento quasi mai su Facebook- dice il primo cittadino indignato – ma questa volta faccio una Eccezione. Ringrazio chi ci ha ricordato di vivere in guerra. Oggi ci siamo sentiti come gli ucraini o i palestinesi o come qualsiasi altro popolo in guerra… Siamo stati bombardati vicino casa». Il paragone è forte ma rende l’idea del sentimento che sconquassa l’animo del sindaco, profondamente amareggiato da questo episodio. «Per nostra fortuna – aggiunge – sono state distrutte case di cartone e legno e statuine di resina (ultimo regalo di mia nonna che non c’è più). Ma quello che mi sconvolge è che non si voleva protestare, ma fare danni per passare la serata».

L’atto vandalico è stato immortalato dalle telecamere quindi chi sperava di farla franca con questa bravata è ora che inizi a contare i minuti (e pure a vergognarsi). «Io e noi monsanesi aspettiamo un po’ per dare la possibilità di chiedere scusa e assumersi le proprie responsabilità prima che vengano poi avviate tutte le indagini con conseguenze ben più pesanti – conclude Campelli – e mi rivolgo ai genitori, poiché tutti i ragazzi  e le ragazze quando sono in gruppo perdono la logica del vivere. Vi aspetto senza giudicare nè denunciare». Intanto la presa di posizione del sindaco è netta tanto che ha deciso di non far riparare il presepe. Rimarrà così, come uno scenario di guerra, come una terra bombardata. Un simbolo del degrado culturale e sociale di questa epoca e anche un segnale a chi ha commesso questo scempio: la comunità non pagherà per la stupidità di alcuni. Chi è stato, a mente fredda, ci passi davanti, guardi il risultato del proprio sciocco divertimento e si senta misero.