Jesi-Fabriano

Montecarotto, “Educhiamo insieme alla Legalità”: la polizia a confronto con le scuole

Tema “Cyberbullismo, videogames, adescamento on line, pedopornografia: non cadere nella spirale della rete”

MONTECAROTTO – Nella giornata odierna del 21 febbraio il Dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Jesi, Vice Questore Paolo Arena, nell’ambito del progetto di legalità per l’anno 2025 denominato “Educhiamo insieme alla Legalità”, voluto dal Questore Capocasa, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale e rivolto agli istituti scolastici di Ancona e provincia, ha incontrato gli alunni della Scuola primaria e secondaria di primo grado del comune di Montecarotto. Alla presenza della Dirigente scolastica e dei docenti, il Dirigente ha affrontato la tematica: “Cyberbullismo, videogames, adescamento on line, pedopornografia: non cadere nella spirale della rete”.

I ragazzi di oggi , a causa del disagio e malessere che vivono legato al senso di abbandono e solitudine, hanno dimenticato la bellezza delle relazioni umane e vivono immersi nella tecnologia: sono totalmente dipendenti dai social network, giochi on line, blog: anche a breve distanza l’uno dall’altro amano chattare anziché parlarsi e confrontarsi direttamente. La rete diventa così strumento per veicolare offese, prendersi gioco degli altri, anche quando non si conoscono, forti del fatto che il web dà garanzia di anonimato, non ha limiti di tempo e spazio. E’ così che tanti giovani assumono le vesti di cyberbulli perché fa tendenza, perché ci sono i like sui post che invogliano a continuare sempre più fin quando non si viene denunciati.

L’estrema confidenza che i giovani hanno col Web, li conduce talvolta a valicare i confini della prudenza e, cavalcando la loro naturale curiosità, ad entrare in contatto con soggetti che sotto mentite spoglie, li inducono a parlare di sesso, a condividere immagini pedopornografiche, cadendo nell’inganno. Tramite il web chiunque può assumere false identità. Il contatto diventa post dopo post amicizia, amore, desiderio, per poi trasformarsi in paura, dolore, vergogna, ricatto. Questo è l’adescamento: un lungo e certosino lavoro di manipolazione che soggetti adulti compiono sul web per avvicinare minori, carpirne soprattutto la fiducia, per indurli a fare cose che non sono adatte alla loro età, per obbligarli a fotografare e filmare il privato. Quando è troppo tardi, il silenzio è l’unica strada che si offre ai giovani.

La legge 172/2012 di ratifica della convenzione di Lanzarote (Spagna) ha introdotto due nuove fattispecie di reato quali l’istigazione a pratiche di pedofilia e pedopornografia e l’adescamento di minorenni anche detto Child grooming. Inoltre presso il Servizio Polizia Postale e delle Telecomunicazioni del Ministero dell’Interno, dal 2008 è operativo il CNCPO, centro nazionale per il contrasto della pedopornografia su internet, con il compito di raccogliere tutte le segnalazioni sui siti che diffondono materiale pedopornografico, sui gestori, sui beneficiari di pagamenti, di identificare i carnefici e le vittime e di coordinare le indagini di tutti i centri di polizia postale d’Italia. Essenziale che anche la famiglia e la scuola facciano la loro parte, quali principali agenzie educative per i ragazzi, evitando che gli stessi possano trovare rifugio nella nicchia mediatica.

Il Dirigente al termine dell’incontro, ha dato agli attenti studenti alcuni consigli utili: non fornire mai informazioni personali agli sconosciuti sul web, non accettare mai di incontrarsi personalmente con loro, non inviare foto o video, non entrare in siti a pagamento. Rivolgendosi ai genitori degli stessi, ha raccomandato di controllare i propri figli, non lasciarli da soli quando entrano nella rete, controllare la cronologia dei siti web da loro visitati, mettendo il pc in una stanza centrale della casa, utilizzando software di protezione e non trattando il pc come surrogato delle baby sitter. I ragazzi hanno bisogno di essere protetti, di essere ascoltati senza temere d’essere giudicati: il “non detto” rende vulnerabili. Parlare, confrontarsi, chiedere aiuto è al contrario motivo di liberazione. La formazione/informazione è l’unica arma vincente per le nuove generazioni.

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