FABRIANO – La camera ardente di Francesco Merloni sarà allestita questo pomeriggio (2 ottobre), dalle 15, nel sito di Albacina a Fabriano. Non una scelta casuale da parte della famiglia, il contrario. Il sito di Albacina è il primo stabilimento fondato da Aristide Merloni per la Ariston, poi divenuta Indesit e, quindi Whirlpool. Il 15 luglio del 1930 venne fondato lo stabilimento di Albacina come opificio artigianale specializzato nella costruzione di bilance e di altri strumenti per la pesatura per uso professionale. Passato di mano, dalla famiglia Merloni, Vittorio Merloni, alla multinazionale americana. Nel 2018, però, la scelta di Ariston Group di ricomprarlo, diventando uno gioiello nell’ambito dell’efficienza energetica. E i dipendenti dello stabilimento saranno tra i primi a omaggiare Francesco Merloni, l’Ingegnere, spentosi ieri nel tardo pomeriggio, circondato dagli affetti suoi più cari: la moglie Maria Cecilia Lazzarini e i figli Paolo, Francesca e Claudia.
La camera ardente sarà aperta fino alle 14 di venerdì 4 ottobre. Alle 15, il feretro arriverà nella cattedrale di San Venanzio a Fabriano per la celebrazione dei funerali e l’amministrazione comunale ha proclamato lutto cittadino. «Oggi la comunità fabrianese piange l’Ingegner Francesco Merloni, uno dei suoi protagonisti più nobili, imprenditore visionario e figura cardine dello sviluppo della città, del suo distretto industriale e dell’industria italiana. Fabriano è stata sempre al centro del suo lavoro, dei suoi pensieri e del suo affetto», dichiara la sindaca Daniela Ghergo. «L’Ingegner Francesco Merloni ha attraversato un secolo e di quel secolo ha scritto la storia imprenditoriale italiana e quella della città di Fabriano. Quella Fabriano che lui ha scelto di non lasciare. Lo sguardo sempre rivolto al futuro, la curiosità sempre accesa sul domani. La passione per i giovani, a cui somigliava per l’entusiasmo con cui si appassionava nel voler conoscere ogni questione che accendeva il suo interesse. Fabriano e l’intero Paese perdono un protagonista della scena industriale e politica italiana, un uomo che ha saputo coniugare progresso economico, radicamento territoriale e responsabilità sociale. Oggi la Città, con le bandiere a mezz’asta, si stringe alla sua famiglia, alla Signora Maria Cecilia e ai figli Francesca, Claudia e Paolo, e lo ricorda con affetto e gratitudine, conscia che raccoglierne l’eredità sarà la sfida più importante che dovrà affrontare», conclude.
Morte Francesco Merloni, le parole del governatore Acquaroli
«La morte di Francesco Merloni è una grandissima perdita per la nostra regione e per l’industria italiana. È un grande dispiacere, la figura, la storia di Francesco Merloni, coincidono con la storia delle Marche. Ha rappresentato un grande successo industriale, ha portato la nostra regione ad essere protagonista. Oggi, attorno a questa figura attorno a quello che è riuscito a costruire insieme a tutta la sua famiglia, il nostro territorio ha potuto crescere. Grazie al suo esempio, la sua guida molti hanno intrapreso l’esperienza dell’industria e dell’imprenditoria. Aveva un legame forte con la nostra terra, le nostre origini. È una testimonianza fortissima dell’essere imprenditore sempre attento e generoso che col suo comportamento ha sempre saputo accogliere tutti». Così il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
Morte Francesco Merloni, i commenti
«Francesco Merloni ha incarnato i valori fondamentali del nostro impegno cristiano nel mondo del lavoro. La sua dedizione all’etica imprenditoriale e la sua visione per un’economia al servizio del bene comune sono stati un esempio per tutti noi. La sua ispirazione è stata fondamentale nella nascita e nella crescita delle nostre sezioni locali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto poi concretizzate dalle azioni dell’ingegner Pietro Guidi Massi e del cavalier Pietro Santarelli e di quella di Fermo. Con la sua scomparsa, perdiamo non solo un imprenditore straordinario ma anche un uomo di fede, un vero testimone del legame tra economia e valori umani», il cordoglio del Presidente dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) Alberto De Angelis.
«Con la scomparsa di Francesco Merloni le Marche perdono un grande testimone dei valori di questa regione, che egli seppe rendere concreti e operativi sia nella sua attività di imprenditore illuminato che in quella di politico. Personalmente, la sua visione superiore a ogni dispersività localistica e partitica resta legata emblematicamente al sostegno alla legge 103 del 5 aprile 1993 sul Ducato di Urbino che portava, assieme a quella di Merloni, le firme di Carlo Bo, Paolo Volponi, Giovanni Venturi e del sottoscritto. Ne giovarono sia la città che tutto il territorio grazie a 50 miliardi di lire che furono fondamentali per il restauro delle mura di Urbino ma anche di tanti altri interventi strutturali in altre città. Un ricordo che è anche un sincero grazie per tutto questo», le parole del sen. Giorgio Londei, presidente associazione Urbino Capoluogo, Giorgio Londei.
«Se ne va l’ultimo di una grande generazione di imprenditori», così Vincenzo Gentilucci, segretario generale della Uilm Ancona. «Merloni ha contribuito a dare lavoro industriale in un territorio (quello del fabrianese) che prima degli anni 60, era prettamente agricolo. Dopo la globalizzazione il gruppo ha acquisito aziende in tutto il mondo, diventando leader nel settore degli scalda acqua. Nonostante ciò, il presidente è stato sempre attento a mantenere viva l’occupazione nei 5 stabilimenti marchigiani. Con Ariston abbiamo avuto dei momenti di contrasto, ma mai ideologici e sempre rispettosi perché consapevoli della volontà aziendale di essere, rimanere e se possibile implementare l’occupazione sul territorio. Come Uilm anconetana, per mio conto, e della segreteria provinciale tutta, ci stringiamo in un abbraccio affettuoso alla famiglia e formulano loro le più sentite condoglianze», conclude.
Il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti e tutta l’Amministrazione comunale, esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Francesco Merloni. «Ne ricordiamo l’impegno politico, quello imprenditoriale e la veduta lungimirante dell’economia locale che ha saputo dirigere, prima ancora esserne precursore, portandola ad avere un ruolo di rilievo nel panorama nazionale e internazionale. Ne ricordo – scrive Silvetti – la stretta di mano solida, lo sguardo franco e il ragionamento di prospettiva. Tutta la città di Ancona è vicina alla famiglia».
«Per il mondo di Confindustria, Francesco Merloni è stato un faro. Nei suoi 99 anni di vita ha saputo incidere sull’economia e sulla politica della nostra Regione, portando le Marche a livelli internazionali». E’ quanto dichiara il presidente di Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani. «L’ultima lezione agli imprenditori fermani l’ha regalata due anni fa, quando scelse la nostra città per presentare la classifica delle principali imprese marchigiane. Quel giorno mandò due messaggi chiari: il primo è che auspicava la nascita di una Confindustria unica nelle Marche, per renderla più forte a livello nazionale e capace di incidere maggiormente nelle politiche di sviluppo; il secondo è che se si vuole crescere ci sono solo due strade, la qualità e l’innovazione. Credeva nel modello marchigiano, fatto di Pmi, anche se con la sua famiglia è stato il primo a creare la grande azienda multinazionale, l’Ariston, capace di dare lavoro a diecimila dipendenti», conclude.
«Un imprenditore visionario, un imprenditore che ha sempre saputo cogliere in anticipo le sfide e le opportunità che hanno permesso alla nostra provincia e alla nostra regione, di divenire un punto di riferimento nell’economia internazionale. Un imprenditore che ha creato migliaia di posti di lavoro e sempre attento alle esigenze e alle richieste provenienti dai cittadini e vicino alle Istituzioni. Con la scomparsa di Merloni perdiamo un pezzo di storia dell’industria italiana. La sua figura e la sua imprenditorialità hanno segnato un secolo, hanno dato vita a un’era che ha avuto un grosso impatto nello sviluppo economico della nostra regione e del nostro Paese. Con lui, Fabriano e l’industria degli elettrodomestici del fabrianese sono divenute centrali nell’economia europea. Lascia una grande eredità in termini di conoscenze, esperienze e la sua visione strategica per essere sempre al passo coi tempi, non dimenticando mai le nostre origini», commenta così il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali la scomparsa di Francesco Merloni, avvenuta ieri a Fabriano all’età di 99 anni.
«La scomparsa di Francesco Merloni lascia un grande vuoto economico, politico, storico, essendo stato una figura di rifermento non solo per Fabriano e le Marche ma per il Paese intero. Un capitano d’industria che ha valorizzato la nostra regione portandola, anche grazie al suo lavoro e alla sua coraggiosa condotta, a far conoscere ed apprezzare le Marche a livello nazionale». Così ricorda Francesco Merloni, il presidente del Consiglio regionale delle Marche Dino Latini. «La nostra regione deve moltissimo a lui e alla famiglia Merloni. Non ha mai voluto lasciare le Marche, al contrario ha voluto sempre mantenere l’azienda qui, dimostrando una fedeltà encomiabile al proprio territorio di appartenenza, valorizzandolo economicamente ma anche culturalmente. E’ stato inoltre un politico di grande spessore, un Ministro che anche da Roma non ha dimenticato la propria terra. Di fatto un vero e proprio esempio per tutti che non dimenticheremo», conclude.
Il sindaco di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo: «Desidero esprimere a nome dell’intera comunità di Jesi i sensi di cordoglio per la scomparsa di Francesco Merloni, personalità che ha fatto la storia dell’industria marchigiana, oltre a svolgere importanti ruoli istituzionali a servizio del Paese».