JESI – «Ubaldo oltre che un fotografo eccellente era un amico, che mi stava nel cuore e continuerà a rimanere nel mio cuore. Mi mancherà tanto, davvero tanto».
Giusi Bellagamba, l’artista delle maschere di Carnevale, manufatti unici che hanno trovato posto anche nel Museo del Giocattolo di Ancona, ricorda con commozione il fotografo – artista Ubaldo Ubaldi, 72 anni, deceduto domenica 4 marzo.
Nei suoi scatti la Jesi colta dall’occhio che sapeva indagare alla ricerca del particolare, del bello, dell’unico momento. Ma anche tanti di noi, nei propri “album”, hanno almeno qualche foto di Ubaldi.
Ubaldo Ubaldi aveva raccolto in due libri – del 2004 e del 2008 – a cura di Italia Nostra, alcune bellissime fotografie di Jesi, della sua storia e della sua arte.
«Gli avevo dedicato la mostra del febbraio scorso in occasione di “Jesi si Maschera”- rammenta Giusi – a Palazzo dei Convegni perchè, ho pensato, è giusto tributargli un riconoscimento per tutte le fotografie bellissime che hanno valorizzato il mio lavoro. Quest’anno, poi, proprio per questo c’erano più suoi scatti che costumi di Carnevale. L’ho visto poco prima dell’allestimento per avere un cartello con su scritto “Foto Video Ubaldi“».
Ancora ricordi: «È venuto di sua iniziativa con noi anche diverse volte al Carnevale di Venezia. Eravamo un bel gruppo, sino a qualche anno fa, tutti che indossavano i miei costumi e Ubaldo ci accompagnava di sua iniziativa per scattare le foto dell’evento».
L’amico e collega, storico fotografo anche lui, Gino Candolfi, ammette che «quando ho saputo, la notte scorsa, ci sono rimasto davvero di sasso. Stentavo a prendere sonno. Ci eravamo incontrati proprio all’inizio di gennaio a una mostra di presepi, abbiamo chiacchierato, ci siamo scambiati gli auguri…».
Una frequentazione che è andata avanti negli anni perché «con Ubaldo ci conoscevamo da sempre, nel 1976 prima di aprire il mio negozio lavoravo per una ditta di materiale fotografico e gli portavo i vari prodotti. Lui quella volta stava in Piazza della Repubblica, accanto c’era la farmacia».
«Andavamo anche a cena insieme oltre, per la comune passione, alle mostre fotografiche. E questa amicizia continua con i figli, il mio Lorenzo, con Luca e Lucia. Ci confrontavamo spesso nel lavoro. Io sono nato autodidatta, la sua è una famiglia di fotografi».
E, poi, anche Giovanni Filosa, che proprio Ubaldi aveva fatto avvicinare all’amore per lo scatto, il quale sottolinea: «Lo ricorderò sempre come uno dei personaggi più importanti che mi abbiano regalato qualcosa su Jesi. Anche nella fotografia non potevi mai dire che lui era della “vecchia guardia” anzi, sapeva regalarti emozioni sempre nuove».
L’attuale studio fotografico di via Gramsci è chiuso per lutto, la salma è stata composta alla casa del commiato Santarelli di Monsano dove all’apertura, a mezzogiorno di oggi, erano già in tanti che si sono recati a portare conforto ai familiari.
I funerali sono previsti per domani, 6 marzo, alle 10.30, a San Pietro Martire poi la salma sarà tumultata nel piccolo cimitero di Tabano.