JESI – “Movida malata”. È uno dei termini che, in questi giorni, si sente spesso per indicare quanti frequentano nelle ore serali e notturne i locali del centro storico. I residenti sono sul piede di guerra: minacce di esposti, petizioni e sollecitazioni all’amministrazione. Ma c’è chi non condivide tale visione.
«Ci sono persone che stanno screditando i giovani di Jesi, che invece sono colti, eleganti e impegnati culturalmente – dice Davide Zannotti dell’Hemingway Cafè -. Studiano quasi tutti e si fanno un mazzo così in Università di mezza Italia. La clientela del sabato sera è vasta e ordinata, i consumi dei drink di qualità e dello champagne sono alti, e quasi tutti vogliono bere con distillati di qualità che inevitabilmente costano di più. Jesi è una bellissima città e tutti i suoi abitanti brava gente, non c’è una movida malata, non possiamo incolpare questi ragazzi che tornano a casa e dopo una settimana di studio e lavoro si incontrano e si rilassano in piazza, bisognerebbe smettere di usare questi termini, tutti: residenti e stampa».
Il problema, insomma, a detta di Zannotti, non sarebbe legato agli avventori dei locali, bensì ad «elementi che appaiono a tarda notte e poi si insediano nei nostri spazi e vie, alimentando questa situazione intrisa di problemi. Non sono tanti, vanno isolati e mandati via dal centro».
E poi la richiesta più impellente, quella ormai improrogabile. «Una città come Jesi, frequentata da bravi ragazzi, merita dei bagni pubblici aperti fino a tardi».
In occasione del recente incontro con il sindaco Massimo Bacci, i residenti hanno esposto le loro preoccupazioni riguardanti schiamazzi, risse e spaccio di droga. «Non è sicuramente risolutivo che i locali modifichino i loro orari di chiusura, perché il problema è che la concentrazione degli stessi calamita ogni genere e tipologia di presenze che sfociano sempre in scorribande notturne di ubriachi (con deiezioni e vomiti) fino alle 5 del mattino – lamentano gli abitanti del centro -. L’ingente concentrazione di persone agevola spaccio e fruizione di droghe (marijuana, pasticche e cocaina). I contatori dei privati sono ricettacoli per la “roba” e la coca viene tagliata e sniffata direttamente anche sui davanzali di alcune finestre. Se il cittadino prova a reagire o verbalmente dalla finestra di casa o presentandosi a buon diritto sulla propria soglia – continuano i residenti – viene nel primo caso irriso ed insultato e nel secondo rischia l’aggressione fisica, come è successo in via Roccabella/costa Baldassini, sabato 11 settembre, ad un residente preso a male parole e poi malmenato».
Inutile ribadire quanto sia determinante la presenza delle forze dell’ordine, polizia e carabinieri, senza i quali risulta piuttosto complesso isolare vandali e malintenzionati.