Jesi-Fabriano

Un murale per Nikita: nel ricordo un inno alla vita e all’amicizia

Toccante l'inaugurazione del murale dedicato a Nikita Panfoli, lo studente di 16 anni stroncato da un malore nel sonno nel 2020

CASTELBELLINO – Toccante e davvero carica di emozioni l’inaugurazione del murale realizzato dagli studenti del Liceo artistico Mannucci di Jesi per ricordare il loro compagno di scuola, Nikita Panfoli, lo studente stroncato a soli 16 anni da un malore improvviso che lo ha colto nel sonno, il 6 marzo 2020. Una tragedia che ha sconvolto la sua famiglia, un’intera comunità, il mondo della scuola e quello dello sport, in particolare del rugby, che Nikita frequentava con passione. Il Comune di Castelbellino e in particolare l’assessorato alla Cultura, sensibili a questa triste vicenda, hanno voluto un segno tangibile del passaggio di Nikita su questa terra, un ricordo che fosse al contempo uno scrigno aperto di messaggi positivi verso la vita e l’amicizia, valore in cui credeva fortemente. E proprio il Comune ha commissionato ai compagni di classe dello studente, la V°A indirizzo Arti Figurative, di realizzare un’opera speciale: un murale, destinato alla cittadinanza, che tutti potessero vedere. E anche il luogo scelto per accogliere l’opera non è casuale: il sottopasso della stazione ferroviaria di Montecarotto-Castelbellino, luogo di ritrovo di Nikita con gli amici e non lontano dall’abitazione della mamma. Il “suo” posto, era lì che negli intenti dell’Amministrazione, il ricordo di Nikita doveva stare. E così è. Ieri pomeriggio l’inaugurazione del grande murale, lungo oltre 24 metri e composto di pannelli decorati dagli studenti. Ci hanno lavorato in due anni – a causa delle difficoltà imposte dal Covid – una ventina di studenti del Mannucci, in particolare i compagni di classe della V°A coordinati dagli insegnanti Samuele Verdecchia e Massimo Ippoliti. Vibroedil è partner finanziatore.

Nikita Panfoli

Un disegno che è fulcro del ricordo: non l’ispirazione di chi ha conosciuto Nikita, ma un disegno realizzato all’epoca dallo stesso studente e riprodotto dai suoi compagni, che raffigura un momento del rugby in cui vi è il passaggio della palla ovale. E i giocatori raffigurati hanno i colori verde-arancio della sua squadra, il Rugby Jesi. Un disegno che sembrava un autoritratto e che è espressione di quello in cui Nikita credeva: l’amicizia, il gioco di squadra, la libertà e il divertimento. Insomma, un inno alla vita. Al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Castelbellino Andrea Cesaroni con alcuni rappresentanti della giunta, i genitori di Nikita, il babbo Roberto e la mamma Helenia, i compagni di classe, i professori Verdecchia e Ippoliti, il dirigente scolastico e altri docenti, gli amici del ragazzo. Il sindaco Cesaroni ha ricordato le fasi di ideazione del progetto, l’obiettivo di ricordare Nikita prematuramente scomparso ma anche il “passaggio” di messaggi positivi alla comunità. Poi è toccato al professor Verdecchia illustrare l’aspetto tecnico di un lavoro complesso e portato avanti con un carico emotivo non indifferente: non era un compito da svolgere, ma riversare nel colore i sentimenti, le paure e il proprio stato d’animo all’indomani della perdita improvvisa di un amico. E i ragazzi sono stati decisamente all’altezza, realizzando un murale che, sul messaggio “siamo il segno che lasciamo” appare come un inno alla vita, alla gioventù, all’amicizia. Grande commozione della famiglia Panfoli. «Non voglio che questo sia un gesto commemorativo per ricordare mio figlio – ha detto il babbo Roberto – ma un vero inno alla vita, all’amicizia, alle cose belle da vivere appieno. Questo lavoro nasce infatti dall’unione delle idee dei suoi compagni, un gesto bellissimo di amicizia. E se Nikita fosse qui oggi direbbe “guarda quante persone sono qui per me, sono diventato famoso!”, lui che scherzava sempre ed era sempre allegro», ha concluso ringraziando tutti. E da oggi il murale ricorderà a ogni persona, ogni viaggiatore e ognuno che frequenterà la stazione che Nikita è passato di lì, ma i suoi sogni, il suo sorriso, la sua gioventù sono rimasti qui, tra noi.

Il professor Massimo Ippoliti da il tocco finale all’opera
Il professor Samuele Verdecchia al lavoro sul murale