JESI – «Contro la retorica del decoro urbano». Sul murales di Blu danneggiato dice la sua anche il centro sociale Tnt, fino a qualche anno fa operativo all’interno del capannone di via Politi oggetto di riqualificazione. In fase di intervento, ha spiegato il Comune, è stato necessario rimuovere parte dell’intonaco dell’opera per poter fissare il tetto, crollato a seguito delle nevicate del 2012.
«Quanto accaduto – spiega il centro sociale autogestito Tnt – fa emergere una serie di questioni che ci piacerebbe puntualizzare, in quanto centrali per i ragionamenti del nostro e di ogni spazio autogestito e che vanno al di là della polemica odierna sulla “svista” dell’azienda addetta ai lavori e sul salvataggio o meno dell’opera da parte dell’amministrazione comunale. La street art, per sua stessa natura, è un’arte transitoria e mutante, che legge e trasforma le città nel momento in cui viene creata, ma non si occupa della propria conservazione. Quella stessa parete aveva ospitato più dipinti di Blu, di volta in volta coperti o rimodellati a seconda del progetto che gli/ci interessasse proporre e proprio questo artista non ha mai avuto alcun feticismo per le sue opere, arrivando addirittura a cancellarle nel momento in cui si è tentato di metterle a valore in un’ottica speculativa. Oltretutto molte altre opere di artisti che hanno attraversato il nostro spazio contribuendo a formarlo e trasformarlo sono già state e verranno ancora cancellate nei lavori, è doveroso ricordarlo»
Il murales di Blu, apprezzato artista marchigiano, era stato realizzato in occasione della manifestazione Smoking Minds, che l’autogestione del Tnt ha partorito e organizzato per dieci anni (dal 2001 al 2011), e che ha promosso la street art in tutte le sue forme, dando la possibilità ad artisti del territorio e non di dipingere, incontrarsi e confrontarsi.
Ragazze e ragazzi del centro sociale ci tengono pertanto a spostare la discussione sul fatto che, negli ultimi anni, «sempre più importanza abbia assunto il discorso intorno al decoro urbano, che ha contribuito a creare una distinzione netta tra arte e vandalismo: i murales di artisti famosi o quelli commissionati da amministrazioni pubbliche o da privati per “riqualificare” spazi sono considerati arte e vengono celebrati, se invece sono frutto di iniziative autorganizzate o espressione spontanea di giovani, vengono denigrati e criminalizzati. Ricordiamo bene quanto il continuo richiamo al decoro e all’ordine pubblico fosse al tempo il tema ricorrente, se non l’unico, che veniva sollevato a livello politico e mediatico dopo ogni iniziativa organizzata dal centro sociale. Invece, proprio in quelle iniziative, giovani emergenti hanno potuto sperimentare e diventare in molti casi gli artisti riconosciuti che sono oggi, e proprio nel corso di quelle iniziative sono state realizzate quelle “opere d’arte” che oggi la città si accorge di avere tra le mani. Dietro la retorica del decoro, si nasconde solamente l’intenzione di trarre profitto da ogni spazio della città, di restringere spazi di autonomia e operare distinzioni nette tra ricchi e poveri: centri storici sempre più svuotati e silenziosi, a misura di chi può permetterselo, e le parti più periferiche della città per tutti gli altri».
Lo scorso autunno, partendo proprio da tale assunto, il Tnt ha lanciato “Tutta mia la città”, un percorso tra arte, musica e discussioni «proprio per smontare la retorica del decoro e riaffermare la città come spazio della condivisione, dell’autorganizzazione e della libera espressione di idee e contenuti. Un percorso in divenire, il cui prossimo appuntamento è già stato fissato per il 27 e 28 febbraio».