Jesi-Fabriano

A Jesi un incontro per educatori e genitori. La coach Cesaroni: «Sarà un pomeriggio di emozioni e vibrazioni»

Un momento di musica e spettacolo. L'intervista all'esperta di giovani e adolescenza: «L'età più dura è quella fra i 13 e i 16 anni. Sono i genitori a dover decidere il modello educativo. Ma niente autorità, altrimenti i figli scappano»

Roberta Cesaroni, life e mental coach

JESI – «Un viaggio tra i sensi, emozioni e vibrazioni…rieducarci per educare». È questo il titolo dell’incontro previsto per sabato 21 settembre, ore 18.30, a Palazzo Pianetti di Jesi. Ad organizzarlo con l’associazione “Medicina per me”, la dottoressa Roberta Cesaroni, mental coach e coach adolescenziale, che parlerà di adolescenti ai genitori, per educarli ad educare.

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In questi ultimi tempi, si moltiplicano le tragedie domestiche che vedono protagonista la rabbia dei figli nei confronti dei genitori. Da qui, la necessità di parlare dei ragazzi a chi dovrebbe insegnare loro a vivere, educandoli alla quotidianità. Ci sarà spazio pure per toccare l’argomento dei primi sette anni di vita: è qui che secondo Freud si plasma il cervello umano.

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Roberta Cesaroni: «Ecco come educare i giovani» (foto di repertorio)

Sul palco, l’attore e doppiatore anconetano Luca Violini (che durante la sua lunga carriera ha prestato la voce a sceneggiati, fiction e spot pubblicitari per radio e tv). Con lui, pure il violinista Marco Santini e la giornalista Agnese Testadiferro. «Attraverso la voce di Violini e la musica di Santini, lavoreremo su quella piccola ghiandolina del cervello che pesa solo quattro grammi e che si chiama ipotalamo – spiega Cesaroni – Vorremmo regalare un tracciato emozionale positivo di serenità che porti gli educatori a vivere in serenità e felicità, attivando dopamine ed endorfine. D’altronde, è tutto un meccanismo dopaminergico».

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Dottoressa Cesaroni, che evento sarà quello di sabato?
«Sarà un pomeriggio di emozioni e di vibrazioni che vivremo attraverso i sensi. Un momento dedicato a genitori, insegnanti ed educatori. L’idea è quella di dare loro suggerimenti per rieducarci ad educare. Viviamo un tempo in cui convivono cinque generazioni differenti: ci sono genitori che stanno educando i ragazzi della generazione Zeta e quelli della generazione Alfa (0-14 anni)».

Cosa distingue una generazione dall’altra?
«Le convinzioni limitanti, i valori, i propri pensieri, gli ideali, gli idoli. E sono questi i fattori che potrebbero scatenare un confronto-scontro. L’adolescenza inizia intorno ai 13 anni e si conclude verso i 27. È un periodo di passaggio, di ribellione, di allontanamento dalla propria famiglia e dalle istituzioni, quindi anche dalla scuola. Se la famiglia e gli educatori non sono preparati a questa trasformazione dell’adolescente, è lì che inizia lo scontro».

La mental coach Roberta Cesaroni (foto per sua gentile concessione)

Di cosa ha bisogno l’adolescente?
«Di essere compreso e confortato. C’è necessità di un’alleanza, che è soprattutto quella genitoriale. Tenga presente che la prima agenzia educativa è la famiglia».

E agli educatori, invece, cosa serve?
«Bisogna che capiscano quale sia il loro ruolo. I ruoli devono essere chiari – ribadisce – I genitori devono decidere quale educazione trasmettere ai propri figli, se autoritaria o autorevole. Non possono giocare tra l’autorità e l’autorevolezza».

In che senso?
«Il genitore deve sapere come educare i propri figli. L’autorità in un momento come questo non funziona. Quando il genitore pretende e dà le regole e quando il genitore è troppo autoritario, i figli fuggono, scappano, vivono di rabbia e di vendetta. Non vogliono un genitore amico, ma vogliono un genitore che ascolti, che trascorra del tempo per ascoltare le loro richieste».

Si può sempre recuperare il rapporto genitori-figli?
«Sì, è sempre possibile. Ma il rapporto si recupera se è il genitore a cambiare».

La locandina dell’evento

Prosegua…
«L’adolescente entra in un vortice in cui, se non è compreso o non è ascoltato, si lascia andare: alla fuga, alla vendetta, alla rabbia. Ed è questo il momento pericoloso dove il ragazzo, non sentendosi compreso e soprattutto amato o alleato in particolar modo con la madre, fugge, scappa. E si può rifugiare nel vizio, come l’alcool o il fumo. Tra i 13 e i 14 anni c’è una ˊpotatura sinapticaˊ, e molte sinapsi formate nei primi anni di vita vengono eliminate. Di conseguenza, si possono creare nuove sinapsi nel cervello dei ragazzi. Loro in realtà non aspettano altro».

Qual è l’età più difficile?
«Quella fra i 13 e i 16 anni. Per gli adulti, è solo una questione di pazienza: si tratta di decidere quale metodo educativo imprimere. Autoritario o autorevole? L’autorità porta solo alla vendetta, mentre l’autorevolezza porta a una sana disciplina».

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