Jesi-Fabriano

Nuova Lorenzini, il Comune fa da solo. Fuori l’Inail. Sarà pronta per il 2021

Venuti meno i vincoli di indebitamento dei Comuni, la giunta jesina ha optato per un completo cambio di rotta per la costruzione, in via Schweitzer della scuola secondaria di primo grado, ora ospitata all'ex seminario. Tre anni per completare l'opera per un importo di oltre 6 milioni di euro

L'atrio del comune di Jesi
L'atrio del comune di Jesi

JESI – Troppo lunghi i tempi dell’Inail per realizzare la nuova scuola secondaria di primo grado “Lorenzini”. Specialmente se gli alunni oggi sono ospitati in una struttura, come l’ex seminario, che presenta inevitabili limiti per il miglior svolgimento dell’attività didattica.

La giunta comunale jesina, nella sua ultima seduta, ha deciso di abbandonare l’ipotesi del doppio appalto (l’Inail si sarebbe dovuta far carico di quello maggiore tramite la formula “rent to buy”) e di procedere interamente per conto proprio, approfittando anche del fatto che nel 2019 sono venuti meno i vincoli di indebitamento dei Comuni.

Dunque, appalto unico con mutuo da 4,1 milioni da contrarre, con fondi di bilancio per 245 mila euro e con contributo del Ministero dell’Istruzione per 1,7 milioni. Totale oltre 6 milioni per la nuova scuola secondaria di primo grado che sorgerà in via Schweitzer. Tre anni per completare l’opera che sarà pronta, se tutto va nel verso giusto, nel 2021.

LA VICENDA – Nel 2017, non essendo possibile procedere a mutui per la legge di stabilità, l’Inail era stato individuato come soggetto a cui affidare l’investimento principale con pagamento di un canone annuo fino al completo riscatto, fermo restando che per la parte residuale finanziata con risorse del Ministero, l’appalto lo avrebbe avviato direttamente il Comune.

«Di fatto, però, da dicembre 2017, quando il progetto è stato inviato per l’approvazione, l’Inail non ha concluso alcunché, con la fase istruttoria ancora aperta. Un ritardo che non si concilia né con la volontà del Comune di realizzare la nuova scuola in tempi certi né con le scadenze del finanziamento del Ministero (che va speso entro una data certa, pena la revoca dello stesso). Senza contare che, essendo doppia la modalità di finanziamento, due avrebbero dovuto essere gli appalti con chiari problemi gestionali in fase di cantierizzazione e di esecuzione dei lavori», spiega in una nota l’amministrazione jesina.

Alla luce del fatto che, come detto, sono venuti meno i vincoli di indebitamento dei Comuni, la giunta ne ha approfittato per un completo cambio di rotta: approvazione immediata di un nuovo progetto di fattibilità tecnica e economica con operazione interamente in capo al Comune, pratica subito in Consiglio comunale per la necessaria modifica del piano opere pubbliche, pieno mandato all’Area Servizi Tecnici per tutti gli atti conseguenti.

«Sotto il profilo finanziario, questa nuova scelta comporta anche significativi risparmi. Parliamo sempre di un finanziamento spalmato comunque su 30 anni che, fatti i dovuti calcoli dall’Area Servizi Finanziari, evidenzia una spesa complessiva (comprese le opere di manutenzione straordinarie nei tre decenni) nel caso Inail di 7,6 milioni, nella nuova ipotesi con mutuo del Comune di 6,9 milioni. Non solo: nell’ipotesi Inail vi sarebbero state da imputare spese correlate al trasferimento di proprietà di diverse decine di migliaia di euro. In aggiunta un appalto unico rispetto ai due previsti, lascia ipotizzare un maggiore ribasso d’asta per le evidenti economie di gestione», conclude la nota.