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Jesi, nuovo palascherma. Proietti Mosca: «Progetto da vedere, spero non ridimensionato»

Il presidente del Club: «Attendo i dettagli, mi auguro l'impianto corrisponda alle necessità nostre e della Federazione. Servono almeno venti pedane». Ipotesi di cessione dell'attuale palestra per reperire fondi

La sala dell'attuale palascherma di Jesi

JESI – «Difficile dare giudizi ora, senza avere ancora visto il progetto che, spero, corrisponda alle necessità sia del Club sia della Federscherma, come al Comune sono state più volte illustrate». Così Alberto Proietti Mosca, presidente del Club Scherma Jesi, sull’idea del nuovo impianto da destinare alla scuola e alla tradizione schermistica jesina non più nell’area dell’ex zuccherificio dismesso ma in quella urbana già dedicata allo sport di via Tabano, dove sono attualmente presenti PalaTriccoli, Polisportivo Cardinaletti e pattinodromo.

Alberto Proietti Mosca, presidente del Club Scherma Jesi

L’Ufficio Sport e Periferie del Ministero dello Sport ha confermato – ha fatto sapere il Comune di Jesi – lo stanziamento di 1,8 milioni di euro per la realizzazione del nuovo palascherma, accogliendo la proposta di modifica del progetto e del conseguente quadro economico, in particolare riguardo al mutamento della sede prevista.

«L’investimento complessivo – ha reso noto Piazza Indipendenza – per la realizzazione dell’impianto è pari a circa 4,5 milioni. A tal fine sono state attivate tutte le procedure per intercettare ulteriori finanziamenti regionali e statali con cui sostenere la spesa». E per questo si pensa anche alla cessione, ma non allo smantellamento, dell’attuale Palascherma di via Solazzi, la cui proprietà era stata acquisita dal Comune nel 2008. «Tra le fonti di finanziamento vi è anche quella della cessione dell’attuale palascherma che resterà in attività, ma destinato ad altre discipline sportive, anche a servizio delle scuole» fa sapere il Comune.

Commenta Proietti Mosca: «Il primo pensiero che viene in mente è quello di un ridimensionamento del progetto originario, se è vero che prima si parlava di costi per 6 milioni di euro che si sono ora ridotti a 4,5. Il cambiamento di sede invece non inficia granché, anzi. L’ex Sadam sembrava quasi un “andare in esilio”, fuori città e senza collegamenti. Una ipotesi sulla quale eravamo stati a lungo scettici e che non a caso ci aveva visto dire sì soltanto all’ultimo, frutto più di una scelta politica che non di condivisione. La nuova area di via Tabano è invece in centro città, su un terreno di proprietà pubblica».

Il punto, evidenzia il presidente del Club Scherma Jesi, è un altro. «Il finanziamento di 1,8 milioni è stato riconosciuto al progetto sulla base del sostegno del presidente della Federscherma Giorgio Scarso al ruolo di Jesi quale sede di Centro federale. Per questo mi auguro che l’impianto che si ha in animo di realizzare corrisponda alle esigenze che tanto noi quanto la Federazione abbiamo tante volte manifestato». Spiega Proietti Mosca: «Servono non meno di venti pedane per la scherma sulle quali svolgere l’attività. Solo così sarebbe possibile continuare a ospitare i raduni nazionali del centro federale come pure i tanti atleti internazionali che, tramite le federazioni o singolarmente, chiedono di allenarsi a Jesi, senza dovere per questo interrompere l’attività sportiva con i tesserati della nostra società. Ricordo che, oltre a quella di un nuovo impianto, c’era a suo tempo anche un’altra ipotesi in pista: utilizzare il finanziamento per manutenere e ampliare, sul retro, l’attuale palascherma, adeguandolo a queste esigenze. Se infine il Comune ha scelto la via della nuova palestra, mi auguro sia appunto nell’ottica di dare risposta a tutte le esigenze di cui è a conoscenza. Aspetto di conoscere il progetto effettivo».

Atleti internazionali al lavoro al Palascherma di Jesi sotto la sguardo, a sinistra, di Giovanna Trillini

È stato affidato ad un professionista di uno studio bolognese, per poco meno di 28 mila euro, l’incarico di redigere uno studio di fattibilità tecnica e economica della struttura. Quello originario era un progetto che pensava in grande: almeno 20 pedane, spogliatoi, tribuna per il pubblico con adeguata capienza, servizi accessori quali residenze temporanee per atleti e maestri, mensa e punto di ristoro.

Nel dare notizia della conferma del contributo ministeriale, il Comune ha parlato di «un risultato importante sotto il profilo finanziario, perché conferma l’attenzione che le autorità sportive hanno verso la nostra città candidata a diventare naturale sede del centro federale di fioretto. Aver confermato il finanziamento – concesso grazie al bando a cui il Comune di Jesi aveva partecipato raggiungendo una posizione in graduatoria tale da essere ammesso a contributo – è un importante passo che consente di definire bene l’orizzonte di questo investimento importante non solo per la scherma, ma più in generale per la città tutta, tenuto conto anche dell’indotto che potrebbe sviluppare una volta che diventerà punto di riferimento della nazionale azzurra come centro federale e dunque sede di stage, allenamenti, raduni ed iniziative varie».