JESI – All’interno della riserva naturale regionale Ripa Bianca di Jesi il persistente stato di siccità dell’Esino non ha, sino a ora, causato problemi. Solo poca acqua nel fiume come è evidente, ma nessuna morìa di pesci o di altri animali.
David Belfiori, direttore dell’oasi e referente comunale per il Contratto di Fiume, ci delinea il quadro di una situazione che, pure, vede in grande sofferenza l’agricoltura sotto la sferza, in questi giorni, di ondate di calore che si propagano sulle nostre terre in momenti successivi. Stavolta tocca a Lucifero e l’allarme va sempre più alzandosi.
«C’è pochissima acqua, una forte siccità, le piante stanno soffrendo ma non abbiamo riscontrato morie di pesci nella nostra Oasi. Anche per l’avifauna non ci sono, al momento, particolari emergenze».
La preoccupazione nasce dal fatto che diminuendo l’acqua con la siccità si possono creare allarmi dovuti alla minore portata del fiume, al maggiore riscaldamento e, in qualche tratto dell’alveo, è evidente che i pesci presenti ne possano risentire.
«L’acqua – spiega Belfiori – viene prelevata ugualmente per irrigare i campi ma la poca portata del periodo non fa che procurare sofferenza all’Esino. Bisognerebbe fare un’analisi attenta, percorrere il fiume e verificare attentamente».
Per quello che attiene il Contratto di Fiume, importante in questi momenti, «non è ancora operativo. Dopo diversi passaggi siamo nella fase dello studio preliminare. Ma è sicuramente, questo, uno strumento idoneo proprio per affrontare tali periodi di siccità. Siccome i Contratti di Fiume mettono insieme, attorno a un tavolo, tutte le parti interessate alla gestione dell’Esino, dagli agricoltori all’Enel, si può programmare come intervenire nella gestione delle acque affinché non ci siano, alla fine, problemi ecologici».
Lo strumento del Contratto di Fiume, una volta operativo, perciò, dovrebbe aiutare tantissimo a concertare eventuali azioni in periodo di emergenza e «nello stesso tempo risultare più tempestivo nell’intervenire in periodi, come questo, di siccità, che credo proprio nei prossimi anni saranno frequenti».