JESI – Volendo star dietro alla quotidianità di Jesi, per il famigerato o famoso trio – fate voi – cabarettistico degli Onafifetti – Giovanni Filosa, Piergiorgio Memè, Mario Sardella – preparare il copione che celebrerà il cinquantesimo anniversario di “fondazione” del gruppo è una fatica immane.
Perché? Perché in questi ultimi tempi soprattutto non fai in tempo a buttar giù qualcosa, ad esempio sulla tanto discussa Torre Erap che sorgerà nel quartiere di San Giuseppe, che ti spunta all’orizzonte un’altra questione della quale tener conto. Come il volersi fregiare “di nuovo” del titolo di Jesi Città Regia – Massaccesi, presidente del Consiglio comunale docet – o il “profondo rosso” che colora i conti del Teatro Pergolesi.
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E, a proposito di Città Regia, i tre hanno “buttato giù” una canzone, che la dice lunga in merito, adattandola alle note di “Una storia disonesta” di Stefano Rosso.
«Quella dedicata alla Città Regia – spiega Giovanni Filosa – è una canzone partorita in questi giorni. Guardandoci intorno abbiamo visto che sta per ritornare la monarchia, che i conti del Teatro Pergolesi sono diventati “rossi”, e allora siamo leggermente preoccupati. E non possiamo, comunque, non fare dell’ironia su quello che sta succedendo».
Il tutto non perdendo di vista quello che sarà il momento clou del prossimo anno. La celebrazione del cinquantesimo di attività degli Onafifetti.
«Ci stiamo lavorando di brutto – sottolinea Giovanni – e va da sé che aggiorniamo il copione secondo quello che succede. Come la questione dello spostamento delle statue, Pergolesi e Federico II, e tutto quello che si riferisce alla città. Attenzione a tutto, in quanto a Jesi noi vogliamo molto bene».
Il gruppo, notizia in anteprima, ha raggiunto un accordo con un autore teatrale, attore e regista della Rai, che condurrà la serata del 50mo prevista per aprile 2018. Nel prossimo mese di dicembre con il “personaggio” in questione ci sarà un incontro a Roma.
Ma ritornando a Jesi: «La domanda delle domande è: chi comanda veramente nella città di Federico II?», chiede e si chiede il Filosa.
E, poi, ammiccando, aggiunge: «Ci stiamo lavorando, su questo, e presto lo saprete…».