Jesi-Fabriano

L’Ortopedia di Jesi ai primi posti in Italia per il trattamento della frattura al femore

Un risultato frutto del lavoro di squadra, sia all’interno dell’equipe medica e infermieristica diretta dal dottor Rocco Politano sia di collaborazione con l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, diretta dal dottor Tonino Bernacconi

L'ospedale Carlo Urbani di Jesi

JESI – L’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia di Jesi sul podio italiano. Il reparto, spiegano dall’Asur Marche, si è distinto negli ultimi anni per essere al terzo posto a livello nazionale (per le strutture che trattano più di 150 fratture l’anno) per la più alta percentuale di fratture di femore, nel paziente over 65, trattate entro le 48 ore (96,12%) dati PNE (PNE 2021 – Programma Nazionale Esiti (agenas.it). Un risultato frutto del lavoro di squadra, sia all’interno dell’equipe medica e infermieristica diretta dal dottor Rocco Politano, direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, sia di collaborazione con l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, diretta dal dottor Tonino Bernacconi.

«Effettuare l’intervento entro le 48 ore presuppone un’ottimale collaborazione tra tutte le componenti dell’ospedale che comprendono l’accoglienza del paziente in struttura, la preparazione all’intervento, la valutazione anestesiologica, la disponibilità della sala operatoria e dei tecnici di radiologia, tutti elementi indispensabili per effettuare tali procedure – spiega l’azienda sanitaria -. Il chirurgo non è l’unico protagonista dell’intervento, oltre agli anestesisti necessari e indispensabili è fondamentale l’apporto del personale infermieristico sia dell’unità operativa (il personale è diretto dalla caposala Tiziana Grassi) sia del blocco operatorio (personale diretto da Giancarlo Pierandrei) che grazie alla loro professionalità e spirito di sacrificio, ampiamente dimostrato nel periodo del picco della pandemia, hanno consentito di raggiungere questi obiettivi».

Tale lusinghiero risultato, specifica ancora l’Asur, «va inoltre contestualizzato all’interno del periodo pandemico e delle criticità dei reparti di emergenza dove tutti i medici e gli infermieri del reparto di Ortopedia sono stati attivamente coinvolti nella globalità dei processi. Il bacino ospedaliero del Carlo Urbani, riguardo al numero di utenti che vi afferiscono, si aggira attorno alle 200mila unità, considerando un’area che si estende, oltre alla Vallesina, da Porto Recanati a Loreto, Osimo, Ancona, Cingoli e tutto l’hinterland. Focus dunque su traumatologia, ma anche una grande attenzione alla patologia elettiva delle grandi articolazioni – protesica di anca, ginocchio e spalla – su artrosi, chirurgia specialistica di mano e piede, chirurgia vertebrale, la patologia dello sport (artroscopia di spalla, ginocchio e caviglia) attraverso anche l’utilizzo delle ultime tecniche di medicina rigenerativa. La costante collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e la Clinica di Ortopedia garantisce inoltre la possibilità all’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia di Jesi di essere sede di diversi protocolli di studio clinico sia di patologia degenerativa sia di traumatologia sportiva, l’ultimo in collaborazione con la Lega Nazionale Dilettanti Calcio. Un’attività multidisciplinare che nelle difficoltà degli ultimi anni ha continuato a rispondere in maniera eccellente alle esigenze della comunità jesina e non solo».