JESI- Nonostante la pandemia e il costante incremento dei pazienti positivi tenga sotto pressione le strutture sanitarie, in un precario equilibrio tra il turn-over dei ricoveri e delle dimissioni, l’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi è in piena attività e sta rispondendo ai bisogni del territorio su due fronti.
Già dalla fine di ottobre il presidio jesino ha nuovamente iniziato a ricoverare pazienti con patologia Sars-Covid19 fino ad arrivare alla completa attivazione di quanto previsto dalla fase 2 del Piano Pandemico Ospedaliero e quindi alla completa occupazione di tutti i posti letto Covid previsti ovvero: 52 posti letto di degenza ordinaria, 12 posti letto semintensivi, 12 posti letto di terapia intensiva.
Settantasei posti letto per i pazienti Covid cui spesso si sommano anche i posti in Pronto soccorso, dove i pazienti positivi al Coronavirus attendono un posto letto in qualche reparto ospedaliero o di altre strutture sanitarie della regione. «In questi giorni stiamo faticando un po’ a gestire tutto il flusso di pazienti positivi che arriva in Pronto soccorso – dice il direttore dell’Unità operativa Pronto soccorso di Jesi dottor Mario Càroli – soprattutto perché i posti letto a disposizione nei reparti Covid sono al completo e non essendoci dimissioni, è arduo fare dei ricoveri. A Jesi come in tutta l’Area vasta, poiché la stessa situazione la vediamo nei Pronto soccorso degli ospedali di Senigallia e di Fabriano. Specie nei weekend, con minore presenza dei medici in corsia si abbassa il numero delle dimissioni e di conseguenza, anche la capacità di accettazione. Stiamo vivendo in un equilibrio molto precario».
Tuttavia il nosocomio jesino cerca di rispondere alle esigenze del territorio, senza mai far venire meno il suo ruolo centrale della sanità dell’Area vasta 2. Nonostante la riorganizzazione Covid abbia avuto un grosso impatto sull’intera struttura, con riduzione del numero dei posti letto di alcuni reparti, sono state comunque mantenute le attività di tutte le Unità operative ospedaliere, e non c’è stata alcuna modifica nelle attività di presa in carico dei pazienti con patologie croniche nonché in quelle dell’area materno-infantile.
Sono state garantite anche tutte le attività chirurgiche sia per le patologie urgenti, che oncologiche, che di classe A (cioè tutte quelle che devono essere operate entro 30 giorni a pena di una variazione significativa della prognosi) di tutte le branche specialistiche quali chirurgia generale, ortopedia, urologia, ginecologia, otorinolaringoiatria, oculistica, dermatologia e odontostomatologia. Dal 1 novembre 2020 al 25 febbraio 2021 sono stati eseguiti 1360 interventi chirurgici e per poterli garantire è stata ottimizzata al meglio la rotazione dei posti letto chirurgici disponibili, che sono ovviamente anch’essi ridotti a causa della situazione di emergenza pandemica, con un quotidiano oneroso impegno di tutto il personale interessato.
L’Ospedale “Carlo Urbani”, che aveva già dimostrato un anno fa di saper rispondere con impegno e dedizione all’emergenza Covid, si è nuovamente attivato in questa seconda fase spingendo al massimo, in un arco temporale limitato, la ricettività del piano pandemico così come predisposto ufficialmente a settembre, ma continuando al contempo a fornire adeguate risposte assistenziali alla popolazione di riferimento anche per tutte le altre patologie non Covid.
I risultati finora raggiunti sono il frutto delle migliori propositività emerse da tutti i professionisti di Jesi nonché degli altri stabilimenti ospedalieri di Area vasta2 che all’unisono, anche in tale occasione, stanno consentendo di garantire risposte assistenziali con stabilità e sicurezza in ogni sede attraverso collaborazione e interscambi. Non è un caso che, come nella scorsa ondata, nella rete che delimita l’area dell’ospedale sia comparso uno striscione apposto dai tifosi ultras della curva della Jesina Calcio: «voi come noi non mollate mai». Un incitamento che fa bene al cuore dei tanti medici, infermieri, oss e di tutto il personale che quotidianamente frequenta l’ospedale e si trova in trincea contro il virus.
In questa fase di recrudescenza del virus Covid19 si fa appello al senso civico e di responsabilità di tutta la popolazione affinché siano sempre prestate tutte le attenzioni e adottate le precauzioni con l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale e, in caso di manifestazione di sintomi, anche presunti, gli utenti contattino immediatamente il proprio medico di medicina generale evitando di rivolgersi al Pronto Soccorso.