Jesi-Fabriano

Ospedale di Jesi in crisi: Cup e pronto soccorso in carenza di personale e day surgery in chiusura

La denuncia arriva dal Tribunale del Malato e dal Comitato di difesa dell'ospedale. I tagli all'organico, sostengono, stanno mettendo in grossa difficoltà il Carlo Urbani

L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi
L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi

JESI – In Asur il problema non sono le ferie estive, ma i tagli al personale e le mancate assunzioni.  È questo l’allarme lanciato oggi dal Tribunale del Malato.

Proprio ieri il direttore generale di Asur Marche, Giovanni Guidi dichiarava che il tetto di spesa è rientrato. Ma sindacati e Comitato di difesa dell’ospedale la trovano un’affermazione contraddittoria. Denunciano infatti graduatorie di personale che non verrà assunto e posti letto mancanti. In altre parole, a detta loro, si sta cercando di spostare il problema e di chetare gli animi, non si sta concretamente mettendo mano al piano assunzioni.

I punti critici denunciati dal presidente del tribunale del malato Pasquale Liguori sono la probabile chiusura del Day Surgery e la carenza di personale. Ad essere colpito soprattutto il Cup (Centro Unico Prenotazioni), che ha sospeso il servizio di prenotazione per le analisi di laboratorio proprio per carenze di personale, problema che sarà aggravato da ulteriori pensionamenti con Quota 100.

Grave anche la condizione del Pronto Soccorso: «Su 15 medici ne mancano 2, con un solo medico dedicato all’Osservazione Breve Intensiva e alla medicina d’urgenza. Anche gli Oss sono solo 2». Questi i dati riportati da Liguori.

Secondo il presidente del TdM c’è confusione anche rispetto al bonus prenotazione: «La Regione ha dichiarato alla stampa che è stato attivato circa due mesi fa un bonus per le urgenze. Chi si reca al Cup dovrebbe riuscire ad ottenere l’appuntamento previsto entro 10 giorni. Questo di fatto non accade. È stata creata una lista di garanzia da parte di un apposito staff,  ma non c’è riscontro concreto. Sono solo dichiarazioni di trionfalismo da parte della Regione, ma all’atto pratico mancano sicurezza e tutela».

Secondo quanto registrato dalla relazione aziendale sulle liste d’attesa, compaiono lamentele per i tempi troppo lunghi, ma anche per i rinvii delle prestazioni ad opera dell’Asur. Liguori ha criticato anche l’inefficace applicazione MyCupMarche, app per smartphone che avrebbe consentito la prenotazione online. Ha inoltre negato l’esistenza delle 15 farmacie convenzionate dalla Regione per supplire alle carenze del Cup. Per questo ha chiesto di prendere parte alla prossima conferenza dei sindaci: «L’associazionismo è previsto e consentito dal documento firmato da Ceriscioli il 27 luglio 2015 in materia di partecipazione e confronto. Dobbiamo pretenderlo».


In merito all’abbassamento dei minuti di assistenza per paziente ricoverato si è espresso Giacomo Mancinelli della Rsu Av2 Cgil, denunciando le continue assenze del consigliere regionale Fabrizio Volpini, presidente della Quarta Commissione consiliare permanente. Mancinelli teme un malcelato intento di privatizzazione della sanità locale: «Manca pianificazione della gestione di personale e dei posti letto, non sono stati nominati i dirigenti per il rischio clinico, Ceriscioli è ancora fermo ai vecchi vincoli sulla spesa del personale della delibera 82 del gennaio 2019. Sono stati fatti tagli per 1,4 milioni di euro, sebbene la delibera 1159 del 12 settembre dichiari un utile di 125 milioni di euro di  ricavi, a  fronte di un ricavo di trascinamento complessivo di oltre 600 milioni di euro».

Altra contraddizione è stata evidenziata da Stefania Franceschini, delegata Rsu Cisl: «Non c’è ancora un piano assunzioni, ma si parla di riapertura dei posti letto». Sul rischio privatizzazione s’è espressa anche Patrizia Ercoli: «Abbiamo visto dare incarichi di migliaia di euro a figure che con il sanitario non hanno nulla a che fare. C’è una precisa volontà di privatizzare il sistema sanitario, vendendo l’idea che il privato costi meno del pubblico. Non è vero. E soprattutto il privato persegue il profitto, non la salute delle persone».