Jesi-Fabriano

Ospedale Murri «salviamolo»: l’appello unanime dal convegno del Movimento Repubblicani Europei

Partecipatissimo il convegno a Palazzo Bisaccioni per confrontarsi sulle proposte in merito al futuro del vecchio ospedale Murri

I relatori al convegno dedicato al futuro dell'ospedale Murri

JESI – Successo di pubblico per il convegno “Ospedale Murri, quale futuro?” organizzato dal Movimento Repubblicani Europei alla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi a Palazzo Bisaccioni. Sala gremita di pubblico, segno di forte interesse per la tematica e di grande attaccamento da parte della collettività a questo pezzo di storia della città di Jesi. Non sono voluti mancare il sindaco Lorenzo Fiordelmondo con il presidente del consiglio comunale Luca Polita, la senatrice Luciana Sbarbati, il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo, il direttore dell’Asp Franco Pesaresi.

Ad aprire i lavori i saluti del padrone di casa, il presidente della Fondazione Carisj ingegner Paolo Morosetti il quale ha ricordato la storia del Murri, «progettato nel 1934 e realizzato nel 1939, tipico esempio di architettura fascista con la forma di un aereo di cui esistono altri cinque cloni in Italia». Ospitò il sanatorio per i malati di tubercolosi che, all’epoca colpiva le donne che lavoravano in filanda. Poi i saluti del sindaco: «Per parlare di futuro è necessario avere idea del presente – ha detto Fiordelmondo – il Murri è datato, ora espleta una funzione solo amministrativa. Ma nel Pnrr, che ha funzione di organizzare i contenitori, è prevista una ulteriore implementazione dell’ospedale di comunità da realizzare entro il 2026. Siamo in gioco. E anche di questo parleremo nel corso del consiglio comunale aperto sulla sanità che convocheremo a inizio febbraio».

Katia Mammoli e Mario Sardella i coordinatori del convegno

Presenti anche i rappresentanti di tutte le forze politiche cittadine, personale sanitario ai più alti livelli, personale tecnico, professionisti del settore urbanistico, rappresentanti di associazioni socio sanitarie. Il convegno, coordinato dalla segretaria del MRE Katia Mammoli e da Mario Sardella, è iniziata con gli interventi di altissimo profilo dei tre relatori, Augusto Taccaliti (medico endocrinologo), Marco Candela (direttore dell’Unità operativa Medicina dell’ospedale Carlo Urbani) e Augusto Melappioni (ex assessore regionale alla sanità), ognuno dei quali, pur con proposte e soluzioni leggermente diverse hanno articolato le loro relazioni tenendo fermi alcuni punti politici principali: «L’ospedale di Jesi e gli altri servizi sanitari stanno servendo un bacino territoriale e di popolazione di circa 130.000 abitanti, molto più ampio di quello per cui era stato costruito, cioè 95.000 abitanti, il che rende necessaria la nascita di altre strutture e servizi – hanno detto – dunque l’accorpamento di servizi e strutture diverse nella stessa zona consentirebbe una semplificazione per il malato e per il personale, oltre ad un servizio più razionale del personale e delle attrezzature.

L’ospedale Augusto Murri a Jesi

È necessario un coordinamento efficace tra territorio e ospedale anche per impedire il caos del Pronto Soccorso. L’Ospedale Murri va assolutamente ristrutturato e riorganizzato per essere adibito ad ulteriori compiti assistenziali. Inoltre la struttura, amplissima, continua ad essere sia dal punto di vista architettonico che strutturale, di grande valore, tanto da non aver minimamente risentito degli ultimi tre eventi sismici che invece in altri edifici hanno causato danni. La città di Jesi necessita di una Rsa come del resto era prevista in passato e come sarebbe necessaria per non costringere anziani dimessi dall’Ospedale di doversi recare altrove, nelle Rsa esistenti sul territorio».

Dunque è tornata a riaffacciarsi l’idea della “cittadella della salute” che metterebbe in stretto collegamento le strutture destinate alla cura del paziente dalla fase dell’acuzie a quella della post-acuzie. Numerosi anche gli interventi del pubblico presente. La sintesi e le conclusioni politiche emerse: «La salute è il primo diritto di ogni cittadino e che da questo scaturisce la possibilità di salvaguardare ogni altro diritto costituito e per far questo, occorre un’azione congiunta al di là della propria appartenenza politica. È ora che finisca il periodo delle lamentele e che incominci quello delle azioni concrete. Dunque, unanime la convinzione che l’Ospedale Murri vada salvaguardato e ristrutturato nel comune interesse di tutti».

La senatrice Luciana Sbarbati
La platea