JESI – Palio di San Floriano sì o no? L’inizio del 2021 non ha chiarito i dubbi rispetto alla possibilità di organizzare la tradizionale rievocazione storica di maggio. Già saltata l’anno scorso, ma rimpiazzata da una interessante rassegna online, la manifestazione in centro storico, che da sempre attira migliaia di persone, è in stand-by. Tutto fa pensare, purtroppo, che si dovrà rinunciare di nuovo a celebrare il patrono con tornei, esibizioni e taverne fra vicoli e piazze. Un duro colpo per l’Ente Palio, che lotta per restare in piedi.
«Il progetto per la 25esima edizione del Palio di San Floriano è pronto e quasi completo già dallo scorso anno – fa sapere il presidente dell’associazione Emanuel Santoni – . Avevamo continuato a lavorare fino ad aprile, scioccamente speranzosi in una breve risoluzione dell’emergenza sanitaria, come tutti in quel periodo. Il tema sarebbe stato “Palio dei Sogni”, un gioco di parole che oggi suona tristemente ironico. Ora stiamo lavorando lentamente e su più livelli, tenendo caldo il progetto dello scorso anno, ipotizzando iniziative private in caso di grandi restrizioni o pubbliche ma diverse, sulla falsa riga delle norme in vigore per gli eventi ad agosto e settembre 2020. Il Palio è l’evento degli assembramenti per eccellenza, di conseguenza, senza la totale libertà del passato, è impossibile prevedere un adattamento, servirà ripensare al tutto e mai e poi mai rischieremo assembramenti se la situazione non lo permetterà, la salute delle persone viene prima di ogni evento ludico e turistico. Siamo stati i primi a lanciare una rassegna completamente online ad inizio maggio, finendo su testate anche europee per questo. A Natale abbiamo realizzato una delle poche manifestazioni ibride, riuscendo a contenere i costi. Non ci spaventa esplorare nuove possibilità, in attesa che il Palio torni ad essere quello di sempre, andato in scena per 6 secoli in piazza Federico II e ripreso con successo da 25 anni come rievocazione».
Perplessità anche da parte della vicepresidentessa Silvia Pennacchioni:
«Purtroppo non possiamo fare a meno di essere preoccupati per la tenuta economica – dice -. Il contributo regionale ricevuto questa estate, per meriti culturali e turistici, ci ha dato un pò di ossigeno ma quella che è ad oggi una grande realtà associativa di volontariato con decine di appuntamenti sparsi per l’Italia e non solo e circa 200 soci, ha costi fissi non indifferenti, anche stando fermi. Dal 2015 abbiamo iniziato a creare un piccolo fondo per le emergenze e durante questo 2021, per pagare assicurazioni, bollette, palestre e manutenzione dei vari strumenti, saremo costretti ad utilizzarlo. Quindi stringiamo i denti e andiamo avanti, consapevoli che ora ci sono problemi ben maggiori da risolvere».