JESI – Sviluppare un progetto che coniughi la volontà di dare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno attraverso l’acquisto di un prodotto di largo consumo che sia, comunque, frutto della nostra regione o italiano.
Questa è Partner Wine, la start up promossa da due giovani jesini, Michela Gioia, 29 anni, e Stefano Baleani, 31.
«Ci muove una forte motivazione – dicono – e abbiamo puntato sul vino perché rappresenta una fetta di mercato molto interessante da immettere negli acquisti in rete attraverso la piattaforma partnerwine.it».
Si acquista e parte del ricavato – dal 10 al 20 per cento – va automaticamente verso un fondo appositamente creato per aiutare chi ne ha bisogno, fondo intestato soltanto all’iniziativa promossa.
Primo beneficiario sarà l’Associazione Salesi di Ancona, si punta al robottino Nao – made in Italy – per la “Robot Terapy” destinata ai bambini degenti.
Nao è alto un’ottantina di centimetri, costa otto mila euro ed è in grado di interagire con l’interlocutore che gli sta di fronte.
«Stiamo contattando diverse aziende vinicole per partire velocemente e non perdere l’occasione del Natale. Per ora sono con noi Piersanti di San Paolo di Jesi, con le due linee “Pontemagno” e “Il teatro del vino” e Boccafosca di Pianello di Ostra. Ci siamo concentrati sulle aziende marchigiane ma coinvolgeremo anche quelle a livello nazionale per dare grande visibilità a tutto il progetto».
Con Michela e Stefano anche l’architetto, di Pianello Vallesina, Francesco Mecarelli, che si è occupato del logo e della grafica, ovviamente a titolo gratuito. Ma altri partner sono ben accetti.
Non si fermeranno, comunque, qui. Le iniziative in programma sono diverse – oltre all’acquisto on line – e saranno diffuse attraverso i socialnetwork in una grande operazione di socialnetworking.
«Una grande sfida, contiamo sui produttori vinicoli ai quali garantiamo un’importante visibilità, coinvolgendo imprenditori, personaggi dello sport e dello spettacolo, politici. Le donazioni saranno dirette, senza intermediari, verso il beneficiario finale tramite un contatto unico e con un obiettivo specifico».
Un modo nuovo di brindare, perché, come diceva Bukowsky, «se non succede niente si beve per far succedere qualcosa».
E allora, «brindiamo per amore».