JESI – «La Torre Erap colpisce ancora. Quanto accaduto ci obbliga a rimarcare come una situazione delicata come quella della costruzione del palazzo a San Giuseppe sia trattata con sufficienza da parte dell’Erap e dal Comune di Jesi». Arriva da Jesi in Comune la prima reazione politica in città all’episodio avvenuto nel cantiere di via Tessitori, con la protesta di un lavoratore in merito a stipendi in ritardo e condizioni di sicurezza nella costruzione della discussa torre Erap.
«Già a marzo 2019- ricorda Jesi in Comune- su segnalazione del Meet up avevamo fatto un’interrogazione per approfondire la situazione della ditta che ha in carico l’appalto. Era infatti arrivata la notizia che il legale rappresentante fosse indagato dalla questura di Latina e avesse un cantiere sotto sequestro. L’assessore Renzi allora ci rispose che il Comune si stava informando tramite l’Erap, aggiunse anche che avevano le mani legate su questa situazione, ma che sicuramente avrebbero vigilato sull’accaduto. Da quel giorno silenzio assoluto sulla questione, fino a questa mattina, quando un lavoratore esasperato dalla situazione ha dovuto commettere un gesto eclatante per chiedere quello che la legge prevede, uno stipendio regolarmente pagato e delle condizioni di lavoro sicure. Per di più siamo ancora in attesa che l’amministrazione comunichi ai cittadini le opere di compensazione promesse prima dell’avvio del cantiere e tutt’ora a noi sconosciute».
Prosegue la forza d’opposizione: «Oggi più che mai siamo certi che la costruzione della torre rimarrà nella storia di Jesi (e dell’amministrazione Bacci tutta) come una vergogna che sarà difficilmente dimenticabile e sanabile. Tutta la nostra solidarietà va agli operai, nel nostro piccolo siamo a disposizione per cercare di chiarire la situazione».