JESI – Il Partito Democratico, con una interpellanza del consigliere Andrea Binci, paventa il rischio incompiuta e levitazione dei costi per il nuovo Museo Archeologico che sta sorgendo al piano terra di Palazzo Pianetti, nelle ex scuderie della prestigiosa residenza nobiliare e che hanno poi ospitato fino a non molti anni fa il circolo Reduci. Ma l’amministrazione comunale smentisce, annuncia entro la metà del prossimo mese di dicembre l’inaugurazione del nuovo Museo e spiega: «Già finanziati opere murarie e acquisto di teche e impianti, i 100 mila euro in più assegnati con l’ultimo assestamento di bilancio sono per l’allestimento».
Ricorda per il Pd Andrea Binci: «I lavori sono iniziati il 20 settembre 2016, da documentazione di cantiere, e era prevista una durata massima di 180 giorni, con termine ultimo per la fine nel mese di marzo 2017. Il sindaco Bacci prima delle elezioni parlava di possibile inaugurazione a luglio 2017, visto l’avvicinarsi del periodo elettorale. L’importo dei lavori, compresi gli oneri sulla sicurezza, è di 480.263,91 euro. Nel piano delle opere pubbliche per il 2017 le spese previste per l’allestimento erano di 230 mila euro. Ad oggi i lavori non si sono conclusi ma stanno purtroppo accumulando un ritardo di sei mesi e non si ha una data certa per l’apertura mentre in sede di approvazione dell’ultimo assestamento del bilancio per questo museo sono stati stanziati in conto investimenti ulteriori 100 mila euro oltre a quelli previsti». Quindi l’affondo. «Visto l’andamento dei lavori il nuovo museo archeologico rischia di diventare una nuova incompiuta, il cui costo finale continua ad essere aggiornato. Quando potrà essere inaugurato e quanto si prevede costerà l’opera nel suo complesso? Quanto dei fondi stanziati alla data odierna sono stati utilizzati?».
Dal canto suo, l’amministrazione comunale assicura: «L’inaugurazione si terrà entro metà dicembre. I lavori murari al piano terra di Palazzo Pianetti sono terminati da tempo, si sta completando l’allestimento delle teche e degli impianti illumino-tecnico, di allarme e di sicurezza. È dei giorni scorsi l’autorizzazione della Soprintendenza delle Marche allo spostamento dei reperti di proprietà comunale, oggi ospitati al complesso San Floriano. Si è invece in attesa dell’autorizzazione dal Ministero per i Beni Culturali per avere in deposito temporaneo i beni archeologici di proprietà statale, relativi a Jesi e alla Vallesina, che sono oggi allocati presso il deposito ministeriale di Ancona». Sui fondi il Comune spiega: «I 100 mila euro in più previsti nell’assestamento di bilancio non sono per le opere murarie o l’acquisto di teche ed impianti, che sono già stati finanziati e le cui risorse sono tutte impegnate, ma per l’allestimento. In particolare per lo spostamento dei beni, a partire dal ciclo di statue di età giulio-claudia il cui imballaggio e trasporto saranno particolarmente complessi. Ma anche per piccoli interventi di restauro o per l’acquisto di supporti particolari, oltre alla realizzazione di pannelli e cartellonistica che accompagnerà il visitatore alla conoscenza del museo e a depliants e cataloghi per la promozione e divulgazione e altro». Non manca la polemica. «Comprendiamo la preoccupazione di Andrea Binci. Essendo stato consigliere comunale in una stagione dove le incompiute erano all’ordine del giorno, è naturale per lui preoccuparsi sui tempi di realizzazione di qualsiasi opera pubblica. Lo vogliamo comunque rassicurare. Quella stagione è finita nel 2012 e da allora, al Comune di Jesi, si programma, si progetta e si realizza in tempi certi. Se ritardi tecnici vi sono, perché possono pur esserci, sono comunque sempre monitorati affinché ogni intervento sia regolarmente compiuto e terminato. Cosa che accade puntualmente per il Museo Archeologico».
La nuova struttura riunirà in una unica sede, a Palazzo Pianetti, le raccolte archeologica, d’arte antica e moderna della città di Jesi e del suo territorio. Tenuto conto degli 800 mila euro per la realizzazione del Museo e delle acquisizioni delle proprietà private e ex condominiali che sono state necessarie per procedere, una operazione da 1,3 milioni. Il percorso farà passare il visitatore dalla preistoria ai reperti d’epoca picena, non solo jesini ma di tutto il territorio (Monteroberto, Castelbellino, Angeli di Rosora), e poi romani. Sono passati otto anni dalla chiusura della precedente sede, nel complesso San Floriano, che era stata realizzata e inaugurata nel 2002.
Ad attendere i visitatori al piano terra di Palazzo Pianetti ci sarà una biglietteria unica per tutte e tre le raccolte (con ingressi integrati o separati) di fianco allo scalone d’accesso ai piani superiori. All’Archeologico si entrerà a sinistra dello scalone passando per l’ex studio del pittore Tesei, acquisito dal Comune nella risoluzione dei rapporti condominiali, insieme alla proprietà degli spazi comuni che un tempo fungevano da accesso all’ex circolo Reduci. Nel corridoio ex scuderie e ex Reduci troverà posto l’età romana e sarà protagonista il pezzo forte della raccolta: il ciclo di statue di età giulio-claudia, di epoca a cavallo tra I secolo a.C. e I secolo d.C. coi ritratti degli imperatori Tiberio, Caligola e Augusto. Infine l’aula didattica. L’uscita sarà dall’altro lato rispetto alla biglietteria, dalla parte dove si trova ora il plastico del centro storico.