JESI – L’esordio pubblico in veste di nuovo segretario cittadino del Pd, per Stefano Bornigia, è avvenuto nell’aula del Consiglio comunale in occasione della seduta che era in programma lo scorso venerdì 27 ottobre.
Ha seguito gli interventi salutato “con stima” dal presidente del Consiglio comunale stesso, Daniele Massaccesi, che nella precedente consiliatura lo annoverava tra i consiglieri.
«Mi ha fatto piacere – ci ha detto Bornigia – la stima è reciproca. Essere in Consiglio comunale è un dovere del segretario, per ascoltare i problemi che si affrontano e stare insieme ai rappresentanti del gruppo consiliare pd. Non possono essere lasciati soli in quanto c’è l’esigenza, e lo dico per esperienza, di avere alle spalle un partito che parli la tua stessa lingua».
C’è stato un congresso, la scorsa settimana, che ha coinvolto tutta la provincia «abbastanza partecipato dal quale sono usciti anche il segretario provinciale e i presidenti di alcuni circoli importanti di Jesi e Fabriano. Ma anche in quelli dei paesi c’è stata una buona partecipazione. Si è discusso molto e bene, affrontando i problemi che tutti i giorni la gente vive. Questo per dire che siamo un partito organizzato, nonostante le difficoltà, che nessuno nasconde. Forse l’unico, ancora, per la storia che abbiamo alle spalle. E fortunatamente riusciamo a mantenerla, questa organizzazione».
Non solo lo sguardo rivolto al presente e al futuro «ma a volte guardiamo anche indietro, perché gli esempi che vengono dal passato sono utili».
Spirito di servizio. Questo è l’assunto alla base dell’accettazione del ruolo da parte di Bornigia.
«Mi sono reso disponibile – spiega – in una situazione di difficoltà. Ho accettato dapprima il ruolo di “traghettatore“, per alcuni mesi, e ora che mi è stata data l’opportunità di impostare il lavoro con un termine temporaneo più lungo avrò tempo e modo di cercare soprattutto di ricostruire il Pd a Jesi».
Già, perché le macerie andavano rimosse prima di poter pensare a mettere mano all’edificio. La “pietra angolare” è a posto. Ora si deve proseguire, mattone dopo mattone.
«Come detto abbiamo già una buona organizzazione, dobbiamo implementarla e fare sì che i nostri tre circoli si posizionino bene nei quartieri per ascoltare i problemi della gente con una visione che inglobi tutta la città».
Occorre, però, anche ricompattarsi. Come dire, tirare la corda tutti dalla stessa parte e «sicuramente la mia disponibilità – sottolinea Bornigia – l’ho data nel segno dell’unità, della condivisione, anche per far ritornare un clima positivo dentro il partito. E questo ci aiuterà a proporre un’immagine migliore e non litigiosa».
E nel segno di “Jesi avanti tutta“, come recitava la mozione con la quale si è presentato al congresso, che significa «pensare al futuro per costruire un programma, una speranza, che ci riporti, fra quattro anni e mezzo, ad avere il nostro Sindaco».
Ricostruire, ricompattare, ascoltare. Stefano Bornigia “ricomincia da tre“.