JESI – Altri tre Daspo urbano emessi dal questore di Ancona a carico di altrettanti ragazzi che avevano partecipato alla violenta rissa del 16 gennaio scorso verso le 2,45 in via Roccabella, nel centro storico di Jesi. Un episodio che aveva destato particolare allarme, infatti erano state moltissime le chiamate da parte dei residenti al numero unico di emergenza 112 per segnalare quel gruppo di ragazzi, alcuni dei quali anche minorenni, intenti a darsele di santa ragione, forse a causa di una ragazza.
Nel mese di febbraio, altri tre ragazzi erano stati colpiti dallo stesso provvedimento, portando a sei il numero dei partecipanti alla rissa identificati e sanzionati. Il personale del Commissariato di pubblica sicurezza di Jesi, impegnato nei servizi specifici “anti movida” del sabato sera, dopo essere intervenuto lo scorso 16 gennaio nel centro di Jesi per la rissa tra italiani e stranieri, a seguito delle attività investigative ha individuato alcuni giovani che vi avevano partecipato. La rissa era avvenuta in un momento di grande affluenza e in prossimità di locali pubblici. In considerazione del notevole allarme procurato alla collettività, della particolare violenza dimostrata nell’occasione e della necessità di impedire la reiterazione di condotte simili, nei confronti dei responsabili – già denunciati all’autorità giudiziaria per i reati di rissa, lesioni personali e violenza privata – il questore di Ancona, a seguito di istruttoria della Divisione Anticrimine, ha emesso ulteriori tre provvedimenti D.Ac.Ur.
«Ai giovani raggiunti dal provvedimento – come si legge nel documento della Questura – è vietato di accedere, per un anno, in piazza delle Monnighette, Costa Mezzalancia, Costa Pastorina, via Roccabella con contestuale divieto di stazionamento nelle immediate vicinanze degli stessi, individuati anche, in considerazione della mancanza, nell’area descritta, di attività pubbliche o private, necessarie al soddisfacimento di esigenze primarie altrimenti inderogabili alla medesima piazza e frequentare e stazionare nei pressi di tutti gli esercizi commerciali siti in loco. Il Daspo urbano rappresenta la misura di prevenzione più idonea a frenare i comportamenti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, che avvengano nei centri cittadini e ha il fine precipuo di impedire in maniera prognostica la commissione di fatti reato».
Con questi, salgono a 6 i provvedimenti emessi dal questore di Ancona per l’episodio del 16 gennaio che aveva destato particolare allarme sociale nella comunità jesina, testimoniato dal gran numero di telefonate di avventori dei locali siti nella zona ed esercenti, per chiedere aiuto alle forze dell’ordine poi intervenute prontamente. «Assicurare l’ordine e la sicurezza dei cittadini nei luoghi del vivere quotidiano – spiega il questore della provincia di Ancona Cesare Capocasa – preservare la comunità da eventi violenti è la missione che gli uomini e le donne della Polizia di Stato svolgono costantemente con il loro operato al servizio del prossimo».