JESI – “Il miglior modo di predire il futuro è inventarlo”. Potrebbe essere sintetizzato con queste poche parole, che sono anche un aforisma dell’informatico Alan Kay, il convegno “Piano Impresa 4.0” andato in scena ieri pomeriggio, 1 ottobre, all’hotel Federico II di Jesi. Un concetto, ripreso dal parlamentare Lorenzo Basso, promotore e relatore alla Camera dei Deputati della relativa legge, che va però applicato al contesto italiano. Da qui l’intuizione del deputato anconetano, Emanuele Lodolini di organizzare una giornata di approfondimento sulle agevolazioni introdotte dal governo per facilitare quella che viene definita, nemmeno troppo ambiziosamente, la quarta rivoluzione industriale, invitando alcuni “fiori all’occhiello” dell’imprenditorialità regionale: Fileni, Paradisi e la Pasta di Camerino. «Il nuovo rinascimento industriale italiano – ha spiegato Basso – deve essere capace di accogliere le innovazioni mettendole all’interno della storia di questo Paese. Solo se facciamo qualcosa di unico possiamo rilanciare nostra impresa. La qualità è già riproducibile, ma la cultura no».
I principali pilastri che compongono il Piano Impresa 4.0, spiega Lodolini, riguardano: tax credit del 50% per la formazione dei dipendenti, proroga dell’iper ammortamento al 250% e super ammortamento al 140% sarà di un anno, e rifinanziamento del piano straordinario per il Made in Italy per 150 milioni di euro. Il bonus per i dipendenti dovrebbe costare allo stato circa due miliardi di euro, con l’obiettivo di raggiungere 300mila nuovi posti di lavoro.
«Il Piano – ha detto il parlamentare marchigiano – ha il vantaggio di integrare impresa e ricerca, lavoro e tecnologia avanzata. Ma industria 4.0 ora diventa Impresa 4.0 e dentro ci sono anche i temi dell’alternanza scuola-lavoro e il piano scuola digitale. Per il nostro territorio si tratta di un’opportunità che deve essere colta al meglio per riuscire a risollevarsi dalla pesante crisi che ha colpito fortemente le imprese con drammatiche conseguenze economiche ed occupazionali per i marchigiani. Dovremo inoltre affrontare – specifica sempre Lodolini – il delicato problema della riconversione di molte figure professionali ed a tale sfida si lega necessariamente quella relativa al sistema educativo, sia nell’offerta di percorsi formativi, sia nelle metodologie di apprendimento sin dalle prime classi di istruzione al fine di agevolare o, piuttosto, garantire lo sviluppo di competenze nuove». «La politica – ha evidenziato il collega Basso – si deve far carico di non lasciare nessuno indietro. La sfida industriale, senza dubbio epocale, sarà quella di mettere intelligenza nei prodotti di qualità affinché non siano riproducibili. Credo che sia proprio la cultura la chiave di tutto».
All’incontro hanno portato la loro esperienza alcuni imprenditori che a vario titolo hanno già utilizzato tali strumenti. Andrea Ceccantini, direttore Logistica di Fileni, ha illustrato quanto fatto dalla sua azienda nell’ambito dell’automazione e della formazione del personale, sottolineando l’importanza di modernizzare le infrastrutture tecnologiche affinché la “rivoluzione” possa compiersi in pieno. Analisi analoga quella di Sandro Paradisi (Paradisi srl), uno dei pionieri dell’industria 4.0 convinto, come il gruppo Fileni, che sia imprescindibile lo sviluppo di tutto ciò che sta attorno all’impresa, chiamata ad aprirsi maggiormente al territorio. Federico Maccari, direttore di La Pasta di Camerino, ha dimostrato l’importanza della resilienza per un’azienda che, nonostante il terremoto, ha realizzato un nuovo stabilimento e sta potenziando gli strumenti di interattività con la clientela.
A fornire dati più tecnici ci hanno pensato Cna, Confartigianato e Letizia Urbani, direttore generale di Meccano. A conclusione, il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi ha incitato gli imprenditori marchigiani a investire seriamente sui giovani laureati, attraverso veri e propri contratti, puntualizzando il ruolo determinante dell’istruzione e della formazione universitaria per l’Italia.
SANDRO PARADISI parla di trasparenza aziendale
Relativamente all’occupazione, sia Paradisi che Ceccantini (gruppo Fileni) hanno specificato che l’automazione dei processi, se governata, non avrà ripercussioni sul lavoro. Cambieranno le professionalità, la specializzazione degli operai sarà maggiore. A patto che la “rivoluzione” venga guidata e curata in ogni suo aspetto.